Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda iuerra mondiale era stato oggetto delle piu vivaci discussioni in Francia. La Francia aveva sofferto, tra il 1887 e il 1889, di una malattia mentale conosciuta come bulangismo, a cui il fascismo somigliava come un uovo marcio ad un altro uovo marcio. Questo spiega perché la dittatura fascista italiana fu accolta in Francia con entusiasmo da tutti i monarchici, clericali e nazionalisti. Co– storo applaudivano in Mussolini "l'uomo a cavallo," che aveva applicato in Italia le idee, che essi erano incapaci d'imporre nel proprio paese. (Pétain e Laval dovevano riuscirvi nel 1940, approfittando della piu terribile cata– strofe subita dalla Francia nella sua storia.) I loro giornali celebravano i piu o meno immaginari benefici materiali e morali, con cui Mussolini inondava l'Italia, e ripetevano su tutti i toni che "anche la Francia aveva bisogno di un Mussolini." I giornali democratici e socialisti replicavano vivacemente: attaccando Mussolini e il fascismo, difenèevano i loro punti di vista in Francia. Gli affari italiani erano quindi discussi in Francia con lo stesso ardore che se fossero stati gli affari della Francia stessa. I fascisti, che non permettevano questo genere di discussioni in Italia non intendevano tollerarle neppure in Francia. Accettavano l'intervento de– gli "stranieri" negli affari italiani, quando costoro cantavano le lodi di Mus– solini. Ma non appena la critica prendeva il posto dell'elogio,, andavano in· bestia. "Con quale diritto gli stranieri s'immischiano nei nostri affari interni?" Si davano poco pensiero per le critiche dei giornali inglesi, ameri– cani o tedeschi. Pochissimi leggevano l'inglese in Italia, e anche meno il tedesco, ma non c'era nessuno, provvisto di istruzione anche mediocre, che non leggesse il francese. Tutto quanto veniva scritto in francese, era imme– diatamente e ampiamente conosciuto in Italia. Perciò i giornali francesi di sinistra mettevano Mussolini e i suoi amici in uno stato di cieca esaspe– raz10ne. Inoltre i fascisti sentivano, piu o meno confusamente, che il loro regime era malsicuro in Italia finché gli altri paesi civili avessero conservato libere istituzioni. Era impossibile che il popolo italiano restasse per sempre cieco, sordo e muto, mentre tutti intorno vedevano, udivano e parlavano. Centi– naia di migliaia di italiani andavano all'estero ogni anno per affari, per la– voro, per studio o per diporto. Quelli che s'interessavano di politica, non poteva~o fare a meno di confrontare la libertà degli altri paesi col regime di soffocazione e di spionaggio a cui era assoggettata la nazione italiana. Il paese piu pericoloso era la Francia, perché gl'italiani che viaggiavano all' e– stero in nove casi su dieci andavano in Francia. Agli occhi di un fascista, la Francia era il paese tipico della "democrazia," della "demagogia," del- 1"'internazionalismo," della massoneria, in breve di tutte quelle piaghe, da cui il fascismo era chiamato a liberare la razza umana. Dato questo con– trasto tra istituzioni fasciste e istituzioni francesi, data la convinzione dei fascisti che le loro istituzioni avessero portato l'Italia all'apice della potenza e del prestigio, essi ritenevano come dogma religioso che i democratici e i socialisti francesi odiassero il fascismo, non solo perché erano gelosi della 86 Biblo "'aGino Bianco

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