Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bibl Preludio alla seconda guerra mondiale che essa avrebbe potuto avanzare sulla Tunisia. Ma era assurdo aspettarsi che questi privilegi dovessero diventare eterni. Il Governo francese avrebbe quindi agito con giustizia se, astenendosi dalle forme dirette o indirette di pressione usate per provocare l'immediata adozione della cittadinanza fran– cese da parte degl'immigranti italiani, avesse rivendicato il diritto di con– siderare automaticamente come cittadini francesi tutti gli uomini e donne nati in Tunisia anche da cittadini italiani. Se costoro volevano conservare anche per i figli nati in Tunisia la cittadinanza di origine, dovevano consi– derare loro dovere n10rale abbandonare la Tunisia e ritornare al paese d'o– rigine. Gli altri problemi - scuole, ospedali e simili istituzioni, che il Go– verno italiano manteneva in Tunisia a beneficio della popolazione italiana - non avrebbero dovuto presentare difficoltà insuperabili. Sarebbe bastato che il Governo francese riconoscesse il suo obbligo di non sabotare con in– generosi sofismi i diritti, che la convenzione del 1896 aveva concessi agli italiani, e che il Governo italiano, dal canto suo, non incoraggiasse, median– te i propri consoli, insegnanti, medici, avvocati, giornalisti, preti ed altri simili insetti, una mentalità ostile alla Francia. Dopo tutto, tanto i francesi quanto gl'italiani avrebbero dovuto ricor– darsi che c'erano in Tunisia, oltre ai 200.000 immigrati di "razze superiori," due milioni di indigeni, che forse un giorno avrebbero voluto governare da sé il loro paese. Quel giorno francesi e italiani avrebbero dovuto accon– tentarsi di esser trattati come "minoranze nazionali." In vista di siffatto probabile sviluppo, una cordiale intesa tra tunisini di origine francese e tunisini di origine italiana era indispensabile, se gli uni e gli altri volevano evitare di essere buttati in mare tutti insieme. Gl'italiani avrebbero anche potuto tener conto del fatto che essi erano saliti dai 20.000 ai 110.000 in Tunisia, sotto il regime francese, grazie al,. l'apporto di capitale francese, e senza la spesa neppure di una lira da parte dell'Italia. In fondo, l'unica conquista coloniale proficua fatta dall'Italia nel Mediterraneo era stata la Tunisia, il giorno in cui la Francia se n'era impossessata e l'aveva aperta al lavoro italiano a spese della Francia. In modo analogo, il "pagamento differito" dei compensi coloniali sti– pulati nel Trattato di Londra non avrebbe dovuto presentare difficoltà. Ba– stava che il Governo francese cedesse al Governo italiano un qualche pezzo di territorio, non proprio cosi spregevole come quello concesso nel 1919, e che il Governo italiano dichiarasse senza riserve mentali, di essere piena– mente soddisfatto. Sarebbe stato ancora meglio se il Governo italiano si fosse dichiarato pronto a rinunziare a tutti i compensi territoriali purché il Go– verno francese lasciasse aperta nelle sue colonie la porta al commercio e al lavoro italiano. Non c'era motivo di agitarsi per la ridistribuzione dei mandati su ter– ritori che erano appartenuti in passato alla Germania e all'Impero otto– mano, perché siffatta questione era assolutamente fuori della realtà. Semmai fosse venuto il momento di negoziare sulla pelle dell'orso, il Governo ita- 84 J GinoBianco

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