Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda g~rra mondiale clienti del genere. 2 I fascisti che erano molto piu brutali nei loro sforzi per snazionalizzare le minoranze tedesche, slave ed elleniche viventi sotto la sovranità italiana, avevano poco diritto di protestare contro la politica di snazionalizzazione seguita dai francesi in Tunisia. Ma un nazionalista non capirà mai il principio in forza del quale egli non deve fare agli altri ciò che gli altri non devono fare a lui. Il secondo problema riguardava i compensi coloniali che il Governo francese aveva promessi al Governo italiano nel Trattato di Londra del 25 aprile 1915 per gli acquisti che la Francia avrebbe eventualmente fatto in Africa alla fine della guerra. Un terzo punto controverso, pure di carattere territoriale, riguardava i territori del vicino Oriente che erano appartenuti all'Impero otto1nano, e che i diplomatici inglesi e francesi si erano appro– priati, lasciando gli italiani a mani vuote. Cantalupo, sottosegretario alle Colonie nel 1926, affermò (CS. 9-IX-1927) . che esisteva "una dichiarazione fatta dalle Potenze durante i negoziati di · Versailles, in virtu della quale, in caso di cambiamenti nei mandati del 1919, sarebbe stata data la precedenza all'Italia." Una dichiarazione di que– sto genere pare sia esistita solamente nella "dinamica" fantasia di quel, fa– scista di origine nazionalista. Comunque sia, Mussolini e i suoi amici non si: lasciavano mai sfuggire occasione per proclamare che nessun mandato avrebbe dovuto essere trasformato in annessione, e nessuna colonia germa– nica restituita alla Germania, qualora i diritti dell'Italia non fossero stati prima presi in considerazione: Nulla dev'essere dato ad alcun'altra Potenza, a meno che l'Italia non nceva prima la sua parte (discorso di Mussolini al Senato, 28 maggio 1926). Se un giorno qualcuno dovesse chiedere una revisione della situazione coloniale, spunterà inevita– bilmente la questione coloniale italiana (articolo di Arnaldo Mussolini nella rivista Augustea, gennaio 1929). Nelle polemiche sui compensi dovuti dal Governo francese al Governo italiano, i fascisti insistevano assai poco sull'affare etiopico. !. chiaro che Mussolini non voleva svegliare i sospetti di Addis Abeba, e perciò non spingeva i suoi giornalisti a far rumore su quel terreno. Era preferito per il baccano il con.fine libico-tunisino. Abbiamo visto (p. 16) che nel 1919 questo problema era stato lasciato in sospeso. Una volta salito al potere, Mussolini ordinò l'occupazione del pietroso deserto del Fezzan, senza badare a spese, e riapri cos1 la questione. C'era un altro deserto nell'Africa centrale, quello situato tra il Fezzan e il lago Tchad, e venivano poi il Camerun e il Togo, paesi non desertici, che erano appartenuti una volta alla Germania, ed alla fine della guerra del 1914-18 erano passati alla Francia e alla Gran Bretagna. Qui c'era ab- 2 MACAITNEY e CREMONA, Italy's Foreign and colonia/ policy, pp. 125-27. 82 Bibloteca Gino Bianco

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