Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo nono Italia e Francia Molti problemi intorbidavano le relazioni fra i Governi di Roma e di Parigi. Il primo riguardava gli italiani stanziati in Tunisia. Nel 1881, quando la Francia pose la Reggenza di Tunisi sotto il suo protettorato, circa 20.000 italiani vivevano in quel paese. Nel 1920 ce n'erano 110.000. 1 La maggioranza era formata da lavoratori a giornata, piccoli proprietari, vignaroli e pescatori, per lo piu di origine siciliana. Il lavoro manuale nelle miniere di Kel e Gafsa era fatto da italiani. Nella città di Tunisi e nei suoi dintorni essi erano circa 60.000. La loro penetrazione tendeva ad estendersi verso l'Al– geria. Il loro stato giuridico era regolato da una convenzione del 1896, che era scaduta nel 1905, ma era stata rinnovata di anno in anno fino al 1918. Nel settembre di quell'anno, cioè quando la vittoria dell'Intesa sul blocco austro-germanico apparve prossima, il Governo francese denunciò la con– venzione. Tutti gli italiani, compresi quelli che desideravano buoni rapporti con la Francia, sentirono che la denuncia, fatta in quel particolare momento, dimostrava un'assoluta mancanza di tatto: i francesi erano stati amici dell'Italia durante la guerra, ed ora la gettavano da parte come un limone spremuto. Il Ministero degli esteri francese si rese conto di questa cattiva impressione, e cercò di mitigarla, dichiarando che, in attesa di un nuovo accordo, lo status quo sarebbe stato prorogato ogni tre mesi. Siffatto regime provvisorio era ancora in vigore nel 1934 ! Frattanto, l'amministrazione della Reggenza cercava d'indurre gl'italiani ad adottare la cittadinanza francese, creando ostacoli legali all'acquisto di terre da parte di chi non era suddito francese; facendo differenze di salario tra .operai francesi e stranieri impiegati in opere pubbliche, e ricorrendo ad altri meschini espe- 1 Secondo il censimento francese del 1931 c'erano in Tunisia 91.178 italiani e 91.427 fran– cesi. I fascisti sostenevano che gli italiani erano 130.000, e Mussolini diede questa cifra in un discorso alla Camera il 17 novembre 1924. Cosi non si teneva conto delle naturalizzazioni, molte delle quali erano state volontarie e non imposte dalle autorità francesi. D'altra parte le autorità francesi sopprimevano nel censimento circa 10.000 italiani non naturalizzati. I funzionari francesi falsificavano le cifre con dichiarazioni inferiori al vero, e i fascisti le falsificavano con dichiara– zioni superiori al vero. 81 1 b ..... teca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=