Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Briand, nel principio del 1922, aveva proposto all'ambasciatore italiano a Parigi, Bonin, un'alleanza franco-italiana, dichiarandosi pronto a riesa– minare il problema degli italiani in Tunisia, con l'intesa che la cittadinanza italiana sarebbe stata riconosciuta ai figli degli italiani, senza limite di ge– nerazioni. La proposta fu lasciata senza risposta. 13 Altre aperture per una intesa italo-francese, fatte da Briand prima che fossero conchiusi i Patti di Locarno, caddero nel vuoto. 14 Dopo la firma dei Patti di Locarno, e data la sua intesa con Stresemann, Briand non aveva piu motivo di curare l'Italia. Inoltre deve essersi persuaso che un accordo permanente fra Italia e Francia fosse impossibile, finché Mussolini avesse diretto la politica estera italiana. Dopo ogni concessione, l'uomo ne avrebbe preteso subito altre. Doveva mantenere l'Europa in uno stato permanente di fermento, grazie al quale esigere per la sua alleanza, o dalla Germania o dalla Francia, il piu alto prezzo possibile. Era costretto a questa politica di disordine in– ternazionale dal fanatismo nazionalista che aveva creato in Italia e che doveva essere giustificato da continui successi. E questi successi, non poten– do essere che coloniali, dovevano essere pagati dalla Francia. Non solo per assicurare la Francia in Europa, ma anche per mettere fine al gioco coio– niale di Mussolini, bisognava che Germania e Francia raggiungessero una pa~ifica soluzione delle loro divergenze,. lasciando che Mussolini cuocesse nel suo brodo: era "un matto che bisognava tenere a bada. 1115 Siffatto modo di pensare spiega perché, nell'incontro con Mussolini, Briand si sia trince– rato dietro il Rubicone. Mussolini non poteva non conoscere l'opinione di Briand sulle ragioni che ispiravano la politica fascista di avventure e disordine, e andò al con– vegno con la speranza di persuaderlo che un cambiamento nella politica interna italiana - ed anche nei rapporti italo-francesi - era possibile a condizione che Briand facilitasse tale cambiamento, concedendogli qualche immediato successo nel campo della politica internazionale. Le sue speranze svanirono. Briand non solo rifiutò di consentire all'accordo anglo-italiano sull'Etiopia, ma domandò spiegazioni al Foreign Office, senza ottenerne del resto piu che "un'ambigua risposta. " 16 La francofobia in Italia fu scatenata precisamente alla vigilia della firma ~ell'accordo anglo-italiano sull'Etiopia. , 3 GALLI, Diarii e lettere, p. 378. 14 In un memorandum del 1930, Guariglia (116-17) accenna al fatto che prima che fossero conclusi i Patti di Locarno, vi furono "aperture francesi" e "conversazioni" fra Briand e l'am• basciatore italiano a Parigi, Avezzana; ma le trattative furono lasciate cadere perché a Roma vollero mantenersi "le mani libere per ogni futura possibilità di scelta nella politica europea." 80 15 Documents on British foreign policy, p. 373, n. 1. 16 JoHNSON, Anthon-yEden, p. 128. BiblotecaGino Bianco

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