Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Irredentismo, questione balcanica e internazionalismo lità nutrita dal Governo di Vienna contro gli italiani - ostilità di cui profittano i tedeschi del Tirolo e gli slavi adriatici -; ma provvedono anche ottimamente agli interessi dell'Italia, in quanto consolidano lo stato austriaco, dalla cui rovina, ora e per moltissimo tempo ancora e forse per sempre, noi avremo tutto da perdere e nulla da guadagnare, e spezzano le ali a quello stolto irredentismo piazzaiolo, tanto caro alla nostra democrazia rammollita, che aspetta, da una primavera all'altra, dallo sfasciamento dell'impero austroungarico la conquista dei "confini naturali." Conquista dei "confini naturali" significa conquista del Trentino e dell'Istria. Ora, il Trentino - paese di popolazione italiana compatta e nettamente distinta dalla popolazione tedesca del Tirolo - mentre, per le sue condizioni economiche, è indissolubilmente legato alla r:egione lombardo-veneta, non ha nessuna importanza vitale per i paesi tedeschi a cui è oggi legato: la sua unione amministrativa al Tirolo e politica all'Austria non è giustificata da nessuna considerazione di giustizia, di equità, di necessità: è un semplice fatto storico transitorio e ingiusto, in grazia del quale i tedeschi del Tirolo possono sfruttare _gl'Italiani del Trentino, e l'esercito austriaco può minacciare l'Italia settentrionale. Anche il giorno, in cui il Trentino ottenesse dall'Austria la autonomia amministrativa dal Tirolo, la questione trentina ne verrebbe attenuata, non eliminata: perché il Trentino, solo unendosi politicamente all'Italia, troverebbe le condizioni necessarie af suo sviluppo economico normale e assicurerebbe la posizione militare dell'Italia. E, data la nessuna necessità vitale che l'Austria ha del Trentino, è pazzia far dipendere il ritorno del Trentino all'Italia da una politica foggiata sulla ipotesi dello sfasciamento dell'Austria, mentre ci condurrebbe piu facilmente allo scopo una politica estera non catastrofica, ma accorta, dignitosa, leale, chiara, consapevole della forza non ispregevole del nostro paese. Assòlutamente diversi sono i dati del problema in due almeno di quelle tre provincie, che il Governo austriaco chiama del Lùorale (Kustenland), e che gl'italiani chiamano Venezia Giulia.2 Mentre, ir;ifatti, nella contea di Gorizia e di Gradisca gli italiani (35,9 %) sono in questo momento 3 abba2 Della Dalmazia è inutile parlare. In questa regione gli italiani, per quanto pm numerosi che non vogliono far credere le statistiche ufficiali falsificate a vantaggio dei croati, sono una infima minoranza, sparpagliata per le città costiere, di fronte alla massa strabocchevole e compatta della popolazione croata. Fino a quando la minoranza italiana fu economicamente e intellettualmente superiore alla maggioranza croata, ed ebbe contro questa l'appoggio del Governo austriaco, la sua prevalenza amministrativa e politica fu possibile. Ma via via che i croati si sono arricchiti e coltivati e hanno · colmato il dislivello, che li rendeva una volta inferiori agl'italiani, e hanno acquistata la coscienza della loro nazionalità, e hanno ottenuto dal Governo austriaco che non privilegiasse la minoranza italiana ma favorisse la maggioranza, era fatale che gl'italiani perdessero le tradizionali posizioni amministrative; e, o prima o poi, essi sono destinati • a sparire dalla Dalmazia non solo come elemento direttivo locale, ma fors'anche come elemento etnico. ~ triste; ma la retorica irredentista nulla può fare contro questa storica fatalità. 3 Scrivo in questo momento, perché qualche sintomo fa dubitare per l'avvenire. Nella città di Gorizia gl'italiani, fra il 1890 e il 1900, sono scesi dal 74,2 % al 67,8 %, mentre gli sloveni, fra il 1880 e il 1900, sono saliti dal 7,89 % al 20 %. 63 BibliotecaGino Bianco

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