Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La politica estera dell'Italia dello sviluppo pacifico della democrazia internazionale; l'Italia deve e può volere ed ottenere che si provveda ad eliminare le superficie di attrito, che rendono oggi cosi difficile l'amicizia austro-italiana. Nella provincia austriaca cosiddetta del Tirolo viyono legati insieme sotto una stessa amministrazione una maggioranza tedesca e una minoranza italiana; e la maggioranza tedesca approfitta della sua prevalenza per sfruttare nei tributi e nella erogazione dei tributi gl'italiani. Manca .agl'italiani dell'Austria una università nazionale. Le due questioni ardenti dell'autonomia amministrativa del Trentino e dell'università a Trieste tengono perennemente agitati gl'italiani dell'Austria, e hanno fra noi contraccolpi perturbatori, i quali rendono impossibile una intesa cordiale fra noi e l'Austria. Noi non dobbiamo volere mutamenti di frontiere. Noi dobbiamo volere con l'Austria una pace dignitosa e sicura. La pace dignitosa ce la saremmo assicurata, d'accordo con l'Inghilterra, sistemando equamente gli affari balcanici. Il suo . desiderio di una pace sicura l'Austria può e deve dimostrarlo soddisfacendo gli italiani, che vivono nei suoi confini, nella richiesta di ciò che del resto è· ad essi garantito dalla costituzione austriaca. Il Cantalupi ha detto utopistica questa idea, messa avanti con la sua geniale intuizione p~atica dal Bissolati, per il semplice motivo che si tratta di questione interna dell'Austria, in cui l'Italia non ha il diritto di entrare. Ma, francamente, ci sembra che il Cantalupi si dimostri proprio piu ingenuo del naturale. Non è la prima volta che in un trattato internazionale uno o piu dei contraenti si obbligano a certi determinati atti di legislazione interna. Che altro sono i trattati di lavoro di cui uno esiste fra la Francia e l'Italia? Lo stesso trattato di commercio italo-svizzero non stabiliva per l'Italia obbligo di istituire a Como una scuola di setificio? Sono dunque cosi ignoranti della storia diplomatica i nostri giornalisti cosi detti competenti in politica estera? ' \ V Tutto questo, nella ipotesi che né l'Inghilterra, né la Russia chiedano qualcosa per sé. Ma questo è assai difficile. L'Inghilterra non potrebbe chiedere che la cessione definitiva dell'Egitto o l'isola di Creta; ma è troppo poco tittoniana per sacrificare la rpagnifica posizione, che s'è acquistata in Oriente in questi ultimi mesi, a ingordigie territqriali. La Russia potrebbe chiedere il libero passaggio delle sue navi da guerra per lo stretto dei Dardanelli, che avrebbe certo per lei enorme importanza. Ma l'Inghilterra difficilmente le consentirebbe questa domanda, che arrecherebbe un grave danno a lei, e che riescirebbe ·a scapito della giovane Turchia, la cui potenza risiede in buona • parte nel dominio dei Dardanelli. Né noi avremmo interesse a vedere nel Mediterraneo una nuova potenza navale, come quella della Russia. Dato, però, che l'Inghilterra consenta a mettere sul tappeto altre questioni 45 s. >liotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==