Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 19·15 condizioni di superiorità sugli altri, o almeno di non essere messo in condizioni di inferiorità. Uno stato, per es., che ottiene dal Governo turco di poter costruire con capitali propri una linea ferroviaria, ottiene implicitamente il monopolio commerciale della regione attraversata dalla linea: cioè potrà con la tariffa dei trasporti favorire le merci proprie ed escludere quelle degli altri stati; gli impiegati delle ferrovie avranno l'ordine di fare smarrire più facilmente le merci degli stati concorrenti che quelle _del proprio paese d'origine; e cosi di seguito. E lo stesso dicasi d'ogni altra concessione (amministrazione delle dogane, polizia militare o sanitaria, monopoll di miniere, ecc.), che uno stato estero riesce ad ottenere per i su01 connazionali dal governo del paese, che intende sfruttare. Fino a quando vigeva nell'impero ottomano il regime dispotico, ogni stato cercava di ottenere privilegi per sé, sia corrompendo i funzionari del sultano; sia minacciando di guerra lo stesso sultano; e gli altri stati cercavano con gli stessi mezzi di impedire i privilegi ai rivali o di ottenere in compenso altri privilegi. Oggi, che la Turchia sembra risorta a novella vita, i vecchi metodi di corruzione personale cadono; né è piu lecito mettere al Governo turco, come si faceva fino a ieri, il coltello alla gola e dirgli: "O bere o affogare." Ma resta sempre intenso il desiderio d'ogni stato di assicurarsi, per mezzo di trattati commerciali o di altri espedienti equivalenti, una superiorità efficace sugli altri. Ed in questa gara prevarrà colui che potrà esercitare una maggiore forza di pressione sul Governo della Turchia costituzionale, sia offrendogli dei vantaggi, sia minacciandolo, con piu o meno inguantata cortesia diplomatica, di notevoli danni. In siffatte condizioni, tutto quanto guadagna di forza politica e perciò di capacità di pressione l'Austria, riesce a vantaggio della. sua influenza commerciale e a danno della influenza degli altri. L'Austria - padrona definitivamente della Bosnia ed Erzegovina, sbarazzatasi di ogni pericolo di veder sorgere fra sé e Salonicco la barriera formidabile di una federazione iugo-slava, sicura di potere soffocare economicamente a suo piacimento la Serbia, dominatrice militare del porto di Antivari e perciò signora del Montenegro, concessionaria della ferrovia della Macedonia, protettrice dei cristiani di Albania - l'Austria sarà a breve scadenza padrona commercialmente di tutta la penisola balcanica occidentale e ne escluderà ogni altro stato. E dietro all'Austria c'è la Germania, costruttrice della ferrovia di Bagdad e ricca d'una enorme influenza economica nell'Asia Minore. Cosi ingigantisce non solo la potenza attuale, ma soprattutto la potenza virtuale dell'Austria e della Germania. E tutto questo sconvolgimento di rapporti politici ed economici riesce funesto, non solo attualmente, ma soprattutto virtualmente, alla Russia, all'Inghilterra, all'Italia, se non è in qualche modo compensato. Ed ecco perché Russia ed Inghilterra protestano, mentre ... si dichiara soddisfatta la sola Italia tittoniana. Da quanto precede è facile comprendere come i lavoratori e i socialisti italiani, disinteressandosi della questione balcanica, mostrerebbero di 38 BibliotecaGino Bianco

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