Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La politica estera dell'Italia a riservi una serie di cortesi contrasti diplomatici, i quali lascino tranquillo il cuoricino ben fatto dei pacifisci, ma rovinino i paesi deboli come potrebbero fare altrettante guerre disgraziate, quale atteggiamento dovrebbe assumere l'Italia nell'urto fra la coalizione anglo-franco-americana e giapponese e la Germania? È questo per l'Italia il problema piu grave di questo momento storico. Di fronte ad esso la questione ferroviaria, la questione meridionale, la questione tributaria, tutte le questioni interne non sono che difficoltà di secondaria importanza; perché anche se errassimo nel risolverle, dipenderebbe in avvenire da noi soli il riparare ai nostd errori. Gli spropositi, che si commettono nella politica estera, invece non si riparano agevolmente, perché occorre che l'uso del rimedio sia consentito dagli altri interessati. E forse appunto perché la nostra politica estera attraversa oggi un periodo estremamente piu critico, i giornali conservatori si sono data la voce per divertire i lettori con mille futili particolari sulla conferenza d'Algesiras, evitando di• spiegare in che veramente consista la sua importanza e quali formidabili responsabilità è chiamata ad assumersi in essa l'Italia. E mentre la nos~ra diplomazia impegna per almeno un quarto di secolo le nostre sorti nazionali, i giornali democratici uso Secolo, non sanno se non fare dell'irredentismo idiota o dissertare se l'on. Malvezzi fosse preferibile all'on. Pantano. La politica estera dell'ltaHa 1 Questo magnifico torneo sulla m1ss10ne dell'Italia nella confusa ora internazionale che ha scelto per campo di combattimento il Tempo e per alfieri i piu valenti fra i nostri giovani professori e scrittori di storia politica e geografica ci impone il dovere della massima larghezza di spazio e della maggiore libertà. I lettori già conoscono le idee del Salvemini e le risposte del Ricchieri, il primo che vuole l'Italia attiva nel giuoco degli interessi in contrasto, l'altro che diffidente di tutti gli aggruppamenti desidera l'Italia neutra e libera e risolutamente pacifica tra il blocco austro-germanico e il blocco anglo-francese. Il Salvemini oggi rinsalda le sue idee e gli lasciamo franca la parola. Nella vertenza marocchina e in tutte le vertenze che insorgeranno dopo questa fra la coalizione anglo-francese-americana-giapponese e la Ger1 Pubblicato in "Il Tempo," Milano, a. VIII, n° 62, 3 marzo 1906, p. 1. [N.d.C.] 33 Biblioteca Gino Bianco

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