Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 concorrenza mondiale il regime economico-politico inglese e il regime tedesco sono divenuti incompatibili: ceci tuera cela. * Siamo, dunque, proprio alla vigilia di una grande guerra? Una guerra fra potenze europee metterebbe a repentaglio tanti interessi, andrebbe incontro a tante incognite, perturberebbe cosi gravemente la vita di tutti, che nessuno stato - anche avendo la certezza matematica della vittoria - lancerebbe sé e gl,i altri in un vortice di quella fatta se non in caso di necessità estrema. Piuttosto che fare la guerra, oggi si suole minacciarla. Quando, cioè, fra due stati insorga una vertenza, lo stato che in una eventuale guerra disporrebbe di una tale somma di forze proprie o alleate da poter essere sicuro della vittoria, fa valere questa sua superiorità nelle trattative diplo- . matiche, contentandosi naturalmente di ottenere qualcosa di meno di quanto otterrebbe dopo una guerra vittoriosa in compenso dei vantaggi che gli provengono dall'aver potuto evitare la guerra. E alla sua volta lo stato pio debole cede prima di esservi costretto dalla violenza materiale, salvando in grazia della propria condiscendenza tutto ciò che avrebbe perduto in piu dato il caso della guerra. È questo un lavoro assai delicato e complesso di calcoli, di previsioni, di insinuazioni, di minacce piu o meno gentili, di spacconate o come suol dirsi in diplomazia di bluff, in cui è naturale che si tenga conto non solo delle forze militari brute, quali sono date dal numero degli uomini, dei cannoni, delle navi, e della buona organizzazione e della compattezza delle forze stesse, ma anche degl'interessi commerciali che la guerra danneggerebbe, della resistenza finanziaria di cui ciascuq.o stato è capace, soprattutto della opinione dei partiti politici dei vari stati e dell'appoggio piu o meno risoluto, che ciascuno di essi è disposto ad offrire al proprio Governo. Sotto quest'ultimo punto di vista è indubitabile che l'atteggiamento eccessivamente pacifico assunto in Francia da un uomo autorevole come il Jaurès nella questione marocchina, non essendo bilanciato da un equivalente atteggfamento pacifico dei socialisti tedeschi, è' tutto a danno della diplomazia francese e· a vantaggio della tedesca. E non è detto che a furia di minacciarsi la guerra gli avversari non si trovino alla fine costretti a guerreggiarsi sul serio. E può avvenire che un paese, messo con le spalle al muro, preferisca giocare la carta disperata di una guerra piuttosto che abdicare al proprio decoro e compromettere irreparabilmente il proprio avvenire. Ad ogni modo, anche quando il contrasto non esce dal campo diplomatico, i risultati di siffatte battaglie incruente non sono certo meno importanti di quelli delle guerre pio sanguinose. Ciò posto, sia nel caso di una vera e propria guerra, la quale faccia morire di crepacuore gli arcadi della Società per la pace, sia che l'avvenire 32 BibliotecaGino Bianco

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