Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

,,. ·• Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 a! 1915 Ma ai democratici e ai repubblicani, i quali non fanno se non protestare contro il malgoverno dei nostri padroni e nello stesso tempo piangono a calde lacrime sulla sventura dei fratelli irredenti perché non sono sudditi dei padroni sullodati, oggi come nel '48 si possono rivolgere le parole del Ferrari: Prima di andare a liberare gli altri, cominciate dal liberare voi stessi! conquistate adunque la vostra propria libertà e cancellate le secolari vergogne dell'Italia! Di irredenti al di qua dell'Isonzo non ce ne sono forse abbastanza, perché vi assumiate la protezione degli irredenti del di là· dell'Isonzo? La perfetta analogia fra il movimento nazionalista democratico del '48 e '49 e il movimento irredentista piu o meno pseudo-repubblicano dei giorni nostri appare ancora piu evidente, quando si studi l'atteggiamento dei partiti di fronte alla quistione nazionale nel '48 e oggi. Mezzo secolo addietro, nel Piemonte - che dai conservatori e dai democratici tre volte buoni veniva proclamato la terra redenta per eccellenza, nonostante il gesuitismo, il militarismo, le esecuzioni capitali, la corruzione amministrativa, giudiziaria e poliziesca, la prepotenza di una aristocrazia cocciuta e degenere come... la moderna - nel Piemonte il partito conservatore fu alleato fedele dell'Austria fino al 1848, salvo diventare a un tratto antiaustriaco per salvare la propria posizione, e il partito democratico spasimava di odio contro l'Austria. Cosi oggi in Italia - il paese redento, secondo il parere degli irredentisti, nonostante gli stati d'assedio, i -frezzamenti, i processi Notarbartolo e le guerre africane - il partito monarchico è alleato del1' Austria, salvo far dell'irredentismo all'acqua di rose nella Società "Dante Alighieri" e far di tanto in tanto l'occhiolino dolce agli irredentisti anche se repubblicani (?); viceversa molti democratici - non possiamo dire tutto il partito, perché non lo conosciamo - guardano l'Austria come l'orco e compiangono i poveri triestini oppressi dal feroce dispotismo dei croati. È vero che a Trieste gli italiani fanno dimostrazioni, tengono comizi, dicono corna del Governo nel Consiglio municipale e non sono sciolti; questo non vuol dire; l'on. Barzilai dice che i triestini sono irredenti e solo abbracciando i regnicoli potrebbero redimersi; e chi non gli crede è un uomo che "sottomette ai vili pregiudizi economici le alte idealità morali della nazione. " Nel 1848 l'atteggiamento dei partiti si capovolgeva appena si entrava nei paesi austriaci. Nella Lombardia e nel Veneto i nobili reazionari erano tutti ammiratori delle istituzioni piemontesi, e ambivano solo cacciar via l'Austria per impadronirsi essi del Governo, protetti dall'esercito piemontese - è precisamente ciò che avvenne nel 1859 -; ma i democratici invece, rappresentati splendidamente dal Cattaneo, se la sentivano poco coll'Austria, ma se la sentivano ancor meno col magnanimo Carlo Alberto. E sfido io l'on. Barzilai a dar loro torto! Per quanto i lombardi fossero irredenti, essi non avevano in casa i gesuiti, non avevano assistito a nessuna esecuzione capitale dal 1814 al 1848, avevano un buon sistema comunale e provinciale, ottime leggi civili, una relativa tolleranza nella stampa; precisa8 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==