Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

L'Irredentismo rebbe avuta solo quando fosse caduto l'Impero turco, e l'Austria, estendendosi verso oriente, avesse dovuto, per non turbare l'equilibrio europeo, rinunziare ai dominì italiani; e fin nel settembre del 1847 Massimo D' Azeglio dichiarava che la liberazione delle provincie italiane soggette all'Austria si doveva aspettare dal lontano avvenire. Ma intanto il movimento liberale, al quale. Pio IX aveva dato senza volerlo la spinta, si era andato nel 1847 intensificando; sui primi del '48 il partito rivoluzionario appariva in Italia padrone della situazione. I nobili moderati capirono che i loro privilegi erano seriamente minacciati e si buttarono subito a fare una !)ropaganda di odio feroce contro l'Austria. Il principe piu minacciato dalla rivoluzione, perché confinante e.on la Francia e con la Svizzera e perché il piu reazionario di tutti, era Carlo Alberto; l'aristocrazia piu di tutte reazionaria e carica di privilegi era la piemontese. Centro del movimento irredentista fu il Piemonte e capo del movimento il marchese Massimo D'Azeglio. Il 12 'gennaio del 1848 Palermo insorgeva e la rivoluzione vittoriosa si estendeva a Napoli, e tutti i principi italiani erano obbligati per contraccolpo a dare delle costituzioni; e subito Massimo D'Azeglio, prendendo occasione dalle repressioni avvenute a Milano sui primi di gennaio, pubblicava un opuscolo violentissimo (I lutti di Lombardia) e proclamava che l'ora era venuta di scacciare dall'Italia i barbari. I democratici naturalmente andarono in visibilio; si strinsero tutti intorno ai moderati e cominciarono a gridare da tutte le parti: concordia, concordia! Bisognava preparare la guerra contro l'Austria, raccogliersi quindi intorno ai principi, incoraggiarli alla lotta, non spaventarli con richieste importune di libertà; bisognava far un fascio di tutte le forze per conquistare l'indipendenza e lasciare impregiudicata la questione delle libertà interne. Giuseppe Ferrari, che allora viveva in Francia, comprese il tranello, in cui il partito democratico si preparava a cadere, e il 10 gennaio 1848 - si noti la data - pubblicava nella Revue lndépendante un articolo intitolato: ,La rivoluzione e le riforme in ltalia.2 Gravissimo errore dei democratici e disegno di tradimento nei moderati, egli diceva, è l'abbandonare il movimento rivoluzionario per ottenere le libertà interne e darsi a predicare la concordia fra principi e popoli per far la guerra all'Austria.• La prima conseguenza sarà il dover subire la dominazione dei principi, dei loro amici, dei loro cortigiani, dei loro generali; la rivoluzione scomparirà e tutta la questione si ridurrà a soddisfare le ambizioni territor~ali di un principe. La guerra contro l'Austria servirà a moderare la rivoluzione all'interno. I Ieri la Corte di Torino era alleata dell'Austria, oggi se ne stacca; scoppi la riyoluzione, suoni l'ora del combattere, la Corte assolutista ricadrà atterrita nell'alleanza austriaca, salvo poi accarezzare .la rivoluzione se questa non fallisce che per metà. La Coste 2 Opuscoli politici e letterari, Capolago, Tipografia Elvetica, 1852, pp. 367 sgg. I • 5 BibliotecaGino Bianco

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