Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 militare, accarezzarla, 'rinforzarla; per fare l'irredentismo bisogna rinunziare alla democrazia e all'antimilitarismo. E i partiti democratici, spinti dalla logica delle cose, dovrebbero seguire il partito monarchico sul terreno del militarismo. Quando l'on. Barzilai dice che sarebbe pronto a vota- ·re le spese militari presenti, e anche spese maggiori, purché esse fossero rivolte contro l'Austria, non fa se non ripetere sotto altra forma un'idea espressa dall'on. Imbriani nel gennaio del 1891. Nel sorteggio della Commissione incaricata di portare a Corte gli auguri di capo d'anno, era venuto fuori il nome dell'Imbriani; che farà? farà la scortesia di non andare? Lo Imbriani non andò; ma scrisse una lettera, in cui prometteva che sarebbe andato a far gli auguri a Umberto quando il ricevimento fosse stato dato a Trieste e non a Roma. Qualora dunque il Governo accettasse il programma irredentista, noi vedremmo tutti i repubblicani e i democratici irredentisti correre, come un gregge di montoni, dietro ai nostri generali; tutte le questioni interne verrebbero messe in silenzio; unico obbiettivo della politica democratico-governativa-militarista la conquista delle frontiere naturali. Si fa la guerra. Si vince? apparentemente il partito democratico ha riportato un gran successo, ma appena chiuse le questioni esterne, cercherà rivolgere la sua attenzione alle questioni interne, troverà al servizio del partito conservatore un esercito cresciuto in popolarità e in prestigio e delle istituzioni monarchiche consolidate dalla vittoria militare. Le riforme interne son diventate impossibili o per lo meno incontrano resistenze, che prima non esistevano; i fratelli irredenti di Trento e Trieste vengono ad essere piu che mai irredenti nei confini naturali. Si perde? chi ha voluto la guerra? il partito democratico; esso ha rovinato il paese; abbasso i democratici! In caso di guerra democratica contro l'Austria, il partito conservatore ci guadagnerebbe forse piu da una sconfitta che da una Yittoria. In ogni modo, qualunque sia il risultato della guerra, il partito conservatore~ troverà sempre in esso la sua salvezza, e il partito democratico la sua rovrna. * Tutte queste sembreranno probabilmente, a parecchi lettori, pure e semplici fantasticherie. Ma, se voltiamo indietro il capo, troviamo che altre volte l'irredentismo ha rovinato la democrazia italiana. Questo è avvenuto nel 1848 e nel 1849. L'agitazione democratica mazziniana ha avuto, durante la storia del Risorgimento italiano, due scopi contemporanei: la conquista delle libertà interne e la cacciata dell'Austria dall'Italia. I mazziniani non trovarono fino al 1848 misericordia presso i principi e presso l'aristocrazia italiana; il desiderio di libertà era delitto, la guerra contro l'Austria, pazzia. Ancora nel 1846 Cesare Balbo scriveva che la liherazione del Lombardo-Veneto si sa4 BibliotecaGino Bianco

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