Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La Turchia e la Triplice lunque per poter dire ai suoi sudditi che non ha ceduto ignominiosamente un territorio musulmano. Questa .via di dignitosa ritirata occorre darla, se si vuole non solo fare la pace, ma anche che alla guerra succeda subito una ripresa di permanenti buone relazioni fra Turchia e Italia. La politica dell'Italia Se è vero che l'interesse fondamentale e vitale dell'Italia -non sta nell'avere Trieste, Trento, o la Tunisia, ma nell'impedire che l'Austria chiuda la penisola balcanica occidentale al commercio italiano e metta piede o si avvicini a Valona; se è vero che il primo numero di questo programma è per l'Austria l'occupazione di Novi-Bazar, il secondo è l'occupazione di Salonicco, e dopo questi due momenti, deve venire necessariamente, o prima o poi, la conquista di Valona; se tutto questo è vero, ne consegue che la guerra italoturca dovrebbe conchiudersi, se l'Italia non ha perduta la testa, con una triplice balcanica turco-serbo-montenegrina, avente come programma la garanzia reciproca dei territori attuali, e la rapida costruzione della ferrovia BelgradoAdriatico; e tutto questo con l'aiuto dell'Italia. Naturalmente, questa costituzione della triplice balcanica, appoggiata dall'Italia, dovrebbe essere combinata con l'uscita dell'Italia dalla Triplice e con l'adesione dell'Italia al sistema anglo-franco-russo. Se la guerra italo-turca finirà cos1, essa segnerà davvero il principio di una nuova benefica fase della politica internazionale italiana. Perché noi potremmo immediatamente ridurre a una trentina di migliaia di uomini il nostro corpo di occupazione a Tripoli, ed essere tranquilli sulla sua sorte; e potremmo aspettare sereni per la prossima primavera qualunque complicazione internazionale. Questo nuovo sistema di politica internazionale l'Italia avrebbe potuto inaugurarlo molto piu liberamente, se non si fosse impegna~a a Tripoli. La occupazione pacifica di Tripoli. avrebbe potuto succedere a questo rovesciamento di alleanze, dato che veramente Tripoli avesse meritato la pena di essere occupata, e dato che nel nuovo sistema internazionale non avessimo potuto garantire altrimenti i nostri interessi economici presunti o reali. Ma oramai quel che è fatto è fatto. Cerchiamo di non aggiungere errori nuovi agli errori antichi. Ma forse il destino dell'Italia è già segnato, mentre noi scriviamo. Forse i prossimi venticinque anni, che potevano e dovevano essere per un'Italia saggia e consapevole dei suoi veri interessi, anni di pace con dignità e con ricchezza, saranno, grazie alla intossicazione nazionalista universale, anni poco lieti per la nostra patria. ' 173 13. Biblioteca Gino Bianco

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