Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Archeologia tripolina 1 I due articoli pubblicati sui numeri 4 e 8 dell'Unità su Erodoto e Plinio nazionalisti e su La Cirenaica secondo Pomponio Mela, ci hanno procurato le seguenti due interessanti comunicazioni di " un amico geografo" e di "uno studioso di Storia antica. " L' " amico geografo" ci spiega com'è avvenuto che Enrico Corradini abbia attribuito ad Erodoto il pensiero... esagerato: "cosI per otto mesi con- - tinui quei di Cirene non fanno che raccogliere," invece del pensiero esatto: "e la stagione dei raccolti occupa per otto mesi quei di Cirene." Erodoto e Plinio Il Corradini non ha letto Erodoto. Si è contentato di leggere la Geografia ' Universale del Réclus nella traduzione pessin1a del Brunialti. lvi al vol. XI, p. 8, ha trovato queste parole, che sono la traduzione italiana della traduzione francese del passo di Erodoto (immaginarsi, dunque, come Erodoto è stato conciato nel passare da un traduttore a un ritraduttore della finezza dell'on. Brunialti !): Il territorio di Cirene ha tre stagioni. Le coste abbondano di frutti, dei quali i primi arrivano a naturale grossezza [sic]; si miete, si vendemmia, e appena riposto il raccolto sulle colline i frutti sono già maturi, indi viene la volta di quelli dei luoghi piu alti, in guisa che la prima messe è consumata, quando si sta per cogliere l'ultima: cosi per otto mesi continui quei di Ci'rene non fanno che raccogliere. Il Corradini, di sua iniziativa, non ha fatto che staccare l'ultima proposizione da ciò che precede, e rendere cosI ancora piu enor.me e piu grossolano l'equivoco. È evidente, poi, che Erodoto per paese di Cirene intende non la int_era Cirenaica, ma solo - come traduce bene il Mustox.idi - il contado di Cirene. 1 Pubblicato in "L'Unità," a. I, n° 10, 17 febbraio 1912, e riportato nel volume Come siamo andati in Libia, pp. 107-115, insieme all'articolo comparso su " L'Unità" del 6 gennaio (n° 4), col titolo Erodoto e la Cirenaica. Col titolo Archeologia tripolina, nel numero del 17 febbraio 1912, comP.arvero tre articoli, rispettivamente col titolo: Erodoto e Plinio, Il granato d'Italia, La illusione archeologica. Il primo dovuto ad "un amico geografo," il secondo ad "uno studioso di storia antica," il terzo senza firma. Mentre l'autore del secondo era Achille Coen, il professore ricordato da Salvemini in " Una pagina di storia antica," e del quale fece la commemorazione in " Archivio storico italiano," 1921, disp. 3-4, il terzo può attribuirsi senz'altro al nostro, e, sotto il suo nome è incluso in grande parte, nell'articolo del volume citato .. Nello stesso articolo del volume compaiono anche alcuni periodi del primo articolo; e così il nostro se ne assume la paternità. Perciò si può supporre, che l'articolo stesso, come in altri casi, sia il frutto della collaborazione di Salvemini con un geografo, forse Carlo Maranelli. [N.d.C.] 174 BibliotecaGino Bianco

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