Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 trambe le potenze; mentre la Francia occupava Tunisi, e l'Italia -si trovava isolata fra la inimicizia dell'Austria e quella della Francia, egli minacciava l'Italia anche per conto suo con lo spauracchio del dominio temporale; e quando l'Italia si trovò assolutamente isolata e minacciata da tutte le parti, allora si offri salvatore e mediatore di. pace fra Italia ed Austria. Cosi l'Italia dovette allearsi all'Austria per non averla nemica, ai patti che piacevano alle sue alleate, e fu incatenata a servizio della Germania contro la Francia. L'impresa tripolina Analoghi a quelli, che erano trent'anni fa i rapporti fra l'Italia e l'Austria e le relazioni di entrambe con la Germania, sono oggi i rapporti fra l'Italia e la Turchia e le relazioni di questi due stati col blocco austro-tedesco. La conquista tripolina è stata incoraggiata in tutti i modi nel settembre passato dalla stampa austriaca e tedesca, i cui articoli italofili e turcofobi i ,. giornali italiani si facevano gloria di riprodurre a gara, proclamando che le alleate ci aiutavano. Frattanto la Germania, autorizzando un gruppo di suoi banchieri a firmare col Banco di Roma il compromesso per rilevare i diritti, che il Banco di Roma aveva acquistato in Tripolitania, metteva brutalmente il Governo italiano di fronte alla eventualità che la Germania acquistasse in Tripolitania dei diritti da contrapporre alle pretese dell'Italia, per farseli pagare a caro prezzo, sia nel rinnovamento della Triplice, sia in altre occasioni. Data la sovreccitazione, a cui la stampa quotidiana aveva condotta la opinione pubblica, mentre il Banco di Roma assaliva la posizione dall'altra parte, la notizia di una cessione dei diritti del Banco di Roma a una banca tedesca, sarebbe stata considerata come un immenso disastro nazionale: sarebbe stato realmente un disastro morale; perché in politica internazionale il solo fatto di credersi sconfitti, sia pure a torto, rappresenta né piu né meno che una sconfitta. Se il Governo italiano non avesse ceduto alla pressione tripolina, avremmo avuto una crisi interna gravissima. Probabilmente pensava di occupare Tripoli in tempo piu opportuno. Certo non sognava di andarci allora. Ma nonostante le riluttanze del re, dovette deliberare la guerra immediata. E immediatamente, proprio da un giorno ali'altro, i giornali tedeschi e austriaci (i quali, specie i primi, non si muovono, se non hanno l'imbeccata dai loro governi) ci furono tutti addosso con un diluvio di proteste e di accuse atroci. Nello stesso tempo, non appena il duca degli Abruzzi tentava un'operazione militare a Prevesa, l'Austria si faceva avanti a legare le mani all'Italia, dichiarando che in caso di complicazioni balcaniche, provocate dall'azione .militare dell'Italia nell'Egeo, essa avrebbe provveduto ai suoi interessi balcanici (Novi-Bazar, Salonicco, Valona) senza riguardo a precedenti impegni. E l'Italia dové piegare il capo, perché, impegnata oramai a fondo 170 BibliotecaGino Bianco

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