Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 Basterebbe che la Francia e l'Italia resistessero un po' a lungo/ sia pure àttraverso una serie continua di sconfitte terrestri, perché alla fine l'intervento dalle truppe giopponesi per il mare dominato dall'Inghilterra cambiasse il resultato della campagna in senso disastroso per la Germania. A questo scopo ~embra che fra la Francia e il Giappone esista un trattato, per cui la Francia cederebbe al Giappone le sue colonie asiatiche. Ma anche non tenendo conto di queste complicazioni ... dell'altro mondo, resta fermo che, data l'adesione dell'Italia al sistema inglese, fra il preponderante potere terrestre e il preponderante potere marittimo, la vittoria finale . sarebbe per lo meno incerta: e basterebbe probabilmente questa incertezza ad evitare la guerra, e ad assicurare all'Italia una pace utile a tutti i suoi interessi e adriatici e mediterranei. L'adesione, invece, dell'Italia alla nuova Triplice, specialmente data la complicità passiva della Russia, farebbe immediatamente traboccare la bilancia e scoppiare la guerra: assicurerebbe l'Austria nei Balcani; stabilirebbe per un tempo indeterminato il predominio ferreo della Germania per terra e per mare; la Francia sarebbe rovinata e ridotta vassalla della Germania; ma l'Italia sarebbe ridotta anch'essa vassalla della Germania e dell'Austria: cioè ridotta. a nulla nell'Adriatico; costretta ad una ostilità perenne con la Francia per difendere il nuovo acquisto della Tunisia, incapace a prevalersi da ora in poi dell'equilibrio delle forze fra i vicini dell'est e quelli dell'ovest per tutelare i propri interessi in piena libertà. L'Italia non può desiderare né l'eccessivo indebolimento della Francia, né l'eccessivo indebolimento della Germania. Essa dovrebbe allearsi con l'Inghilterra e con la Francia per impedire il prepotere della Germania; e nello stesso tempo dovrebbe fissare coi nuovi alleati condizioni tali, che facessero della nuova alleanza un patto assolutamente difensivo, e che in caso di guerra provocata da altri e di vittoria antigermanica impedisse ai vincitori di prepotere troppo a danno della Germania. Nell'ipotesi di un accordo dei tre Imperatori con la esclusione piu o meno esplicita dell'Italia dalla penisola balcanica, e data una loro sicura vittoria, sarebbe da vedere se all'Italia, piu che l'adesione all'uno o all'altro dei due gruppi, non convenisse la neutralità. La quale significherebbe: accettare- in silenzio la sconfitta nei Balcani, dal momento che sarebbe inevitabile; rifiutarsi di contribuire ad un eccessivo indebolimento della Francia; evitare i danni di una guerra, che sarebbe sempre a noi dannosa, quale che fosse il partito dell'Italia; e riservarsi nei limiti del possibile l'avvenire senza comprometterlo anche di piu a nostro danno, suscitando un perenne odio italo-francese con una conquista violenta della Tunisia. Una abile ed opportuna azione diplomatica - ahimè: qui casca l'asino! - potrebbe forse mettere a profitto 3 La Francia, grazie alla sua democrazia rurale danarosa, che basta a se stessa, è il solo paese europeo che possa resistere oggi ad una lunga guerra, e che possa assicurare ai suoi alleati la capacità di una lunga resistenza con l'aiuto di continui prestiti. 168 BibliotecaGino Biatlco •

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