Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1{}00 al 1915 L'Italia troverà nella occupazione della Tripolitania e nello sviluppo dei propn interessi in quel nuovo paese una diversione alle note sue aspirazioni verso Le coste ·adriatiche; e ciò che è piu importante ancora, essa si troverà con questa occupazione in antitesi colla costante violazione di confini e di diritti che forma la base degli intrighi che si svolgono nell'occupazione delle coste africane [ dunque con la Francia e con l'Inghilterra]. Lo sviluppo della colom;zzazione itaùana a Tunisi avrà con questa occupazi"one un nuovo incitamento. Il consigliere di legazione Von Flocher scnve sul Tag berlinese dell'ottobre passato: La conservazione della Triplice è compito piu importante di qualsiasi altro. E l'affare di Tripoli può condurre a un rinforzo della Triplice stessa, da un lato perché l'Italia in possesso della Tripolitania non avrà piu da osservare verso La Francia i riguardi a cui era tenuta finora, e d'altro lato perché Tripoli distrae l' (ta/,ia dall'Albania e dai confini austriaci. E l'austriaco contrammiraglio Chiari tn una intervista con la Stampa del 25 ottobre : L'attitudine futura dell'Italia sarà certamente influenzata dalla sua trasformazione in una grande potenza mediterranea ed africana, e dai doveri e dalle cure che questo le impone; cioè potrebbe anche avere una ripercussione sui rapporti dell'Italia colla Triplice. Se l'Italia si riterrà saturata da questa impresa, gli effetti sui nostri rapporti non potranno essere che favorevoli. Ma potrebbe anche avvenire il contrario; allora maturerebbe piu celermente lo scoppio dell'inevitabile. Ora il contrammiraglio Chiari ha sempre proclamato la necessità che Valona sia dell'Austria. Un altro autorevole scrittore tedesco, il Moeller von den Bruck, scrive sul T a g del dicembre: Se l'Italia comprende il suo avvenire, Tripoli sarà solo un primo passo, a cui dovrà seguire un piu grande possesso sulla costa africana, cosi da divenire essa la prima potenza del mondo latino. Crispi aveva capito perfettamente che l'Italia sulla via del suo avvenire non ha che un suo avversario: la Francia. L'avvenire dell'Italia non deve decidersi nell'Adriatico, ma nel Mediterraneo meridionale ed occidentale, dove essa s'incontra con la Francia. E Adolfo Sommerfeld sul Secolo del 24 dicembre: • Può forse pensare l'Italia a dedicarsi a un pacifico lavoro di c·ivilizzazione in Tripolitania coll'eterna preoccupazione di dovere un bel giorno scontrarsi nell'Adriatico con una avversaria? La sfera di interessi marittimi dell'Italia è scesa coll'acquisto della Tripolitania verso il Sud dal mare Adriatico al Mediterraneo. Non è quindi necessariamente sottinteso di avere una sola mèta: addolcire l'amarissimo Adriatico con una alleanza protettrice? E la N ational Zeitun g del 25 genna10: 164 BibliotecaGino Bianco

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