Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

·• Come siamo andati in libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 attuale è tutta dei turchi, non appena l'Italia ne abbia cacciati via definitivamente gli oppressori, e abbia spalancato le porte alla civiltà,. e abbia assicurato difesa militare e giustizia a chi intende laggiu andare a lavorare, immediatamente l'esodo naturale comincerà. E il Banco di Roma, benefattore d'Italia coi capitali delle congregazioni francesi, potrà intonare finalmente col coro dei chierici nazionalisti il Nunc dimittis servum tuum, domine. Il guaio è che la ipotesi della ricchezza naturale è fondata, salvo che per qualche ristretta zona della Cirenaica, su una colossale mistificazione giornalistica. Il suolo tripolino è esausto, assetato, malarico,2 diboscato, ingrato, piu che l'Italia meridionale. Ad affermare ciò, siamo pochi oggi in Italia, contro la valanga dei falsari, dei geografi, degli esploratori, degli agronomi e degli economisti tripolini improvvisati. Ma trenta secoli di storia durante i quali la ricchezza e la civiltà sono passate continuamente innanzi a questa mitica " terra promessa " senza fermarcisi mai, mentre a pochi passi da essa l'Egitto, e la Grecia, e Cartagine, e l'Italia hanno bene trovato o prima o poi l'occasione per brillare di splendida luce, trenta secoli di oscurità e di barbarie stanno 11a documentare la miseria organica di quello che, salvo ristrettissime zone eccezionali, è uno dei punti piu disperatamente ingrati dell'Africa. E ce ne avvedremo presto, dopo che i turchi saranno partiti e ci saremo rimasti noi soli. Oh, i turchi! Poveri turchi: come hanno fatto comodo ai nazionalisti e ai tripolini, per spiegare la povertà presente e per garantire la ricchezza futura della "terra promessa"! I turchi sono per la Tripolitania quel che sono stati a lungo per l'Italia meridionale i Borboni. Anche l'Italia meridionale, nel 1860, era povera, e barbara, solo perché c'erano i Borboni (i quali non erano che una famiglia regnante, circondata tutta da meridionali); e nessuno voleva convincersi che era povera e barbara perché era naturalmente ...povera, e perciò anche barbara; e ci son voluti cinquant'anni senza Borboni affinché cominciassimo a capire che i Borboni, poveracci, dovevano avere una bene limitata responsabilità nei nostri mali. Il danno vero, dunque, della conquista tripolina non è costituito dalla concorrenza che le ricchezze agricole naturali del paese faranno ai prodotti dell'Italia meridionale: consiste nello sperpero improduttivo di rie2 A proposito di malaria, non sarà inutile ricordare per ridurre alle giuste proporzioni l'altra menzogna della salubrità del clima tripolino, che il "Corriere della Sera " del 7 nov. 1911 nel descrivere " la sfilata degli ufficiali e dei soldati feriti o ammalati " sbarcati a Palermo, osservava: " In gran parte sono ammalati di febbre malarica." E il " Secolo" del 23 novembre parla anch'esso di militari ricondotti a NaJ?Oli e a Palermo " quasi tutti affetti da febbre malarica." E la malaria bisogna averla vista allo stato endemico nel Mezzogiorno per sapere quale spaventevole flagello essa è per il paese in cui sta di casa. 148 BibliotecaGino Bianco

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