Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Colonia e Madre Patria Data siffatta ipotesi, non fa nessuna grinza il ragionamento con cui Bergeret glorificava sulla Stampa del 27 settembre passato la "santa gesta" nazionale: Un suolo esausto da venti secoli di agricoltura - esclamava giocondo Bergeret - uno stato sociale oppresso da abiti secolari di feudalismo, un territorio montuoso, assetato, malarico, senza piu boschi, con i torrenti tutti straripati [ è questa l'Italia meridionale], hanno bisogno d'un capitale maggiore di qud che non chieda un terreno vergine o rinverginato dall'abbandono, con istituti creati solo per la produzione, in quella novità e libertà che centuplicano le forze dd lavoro [ questa è la Tripolitaoia]. Il problema del Mezzogiorno si risolverà rarefacendo la popolazione troppo densa, non trattenendola artificialmente, a rimescolare un suolo ingrato e isterilito. Il che è come dire: il problema meridionale è insolubile; l'Italia una si dichiara incapace di mantenere di fronte al mondo e di fronte a se stessa la promessa fatta nel 1860. I lavoratori meridionali se ne vadano. a Tripoli, dove troveranno un suolo non esausto, non assetato, non malarico, ricco di boschi, tutto irrigato da fiumi perenni, che non richiede per lo sfrutta.mento notevoli anticipazioni di capitali. Anche il salasso, che l'economia italiana subirà per far fronte alle spese di occupazione e di organizzazione, sarà utile: ché esso mentre da un lato spalancherà la Tripolitania, dall'altro intensificherà la rarefazione della popolazione meridionale troppo densa, e sospingerà con maggior forza i meridionali a sloggiare. Cos1 la Tripolitania diventerà la nuova Italia meridionale ricca, florida, potente: e la ex-Italia meridionale, abbandonata finalmente da questa popolazione, che s'arrovella tuttora a rimanerci e a ritornarci, prenderà nella economia mondiale il posto che era tenuto una volta dalla ... Tripolitania, e servirà ai cotonieri agli zuccherieri e ai metallurgici lombardo-liguri e ai nuovi miliardari tripolini per andarvi di tanto in tanto a cacciare i lupi e ad " ammirare " il deserto. È un ragionamento, dicevamo, su cui - ammessa la ipotesi sullodata - non c'è nulla da ridire. L' " Italia meridionale," che ci sta a cuore, non il paese materiale, è la popolazione, che abita e stenta la vita in questo paese. E se questa popolazione, invece di correr di qua e di là per il mondo a raggranellarsi qual- , che gruzzoletto da spendere poi nella madre patria, potesse trasportarsi in massa in una terra vicina all'Italia, sotto amministrazione italiana, a godersi una vita lauta e serena, noi non vediamo che male ci sarebbe e per i partiti e per i rimasti. Lungi dall'ostacolare con barriere doganali ed altri simili espedienti piu o meno... innocui la migrazione benefica, occorrerebbe favorirla in ' tutti i possibili modi. Non ci sarebbe bisogno, anzi, neanche di favorirla. Avverrebbe da sé, ineluttabilmente. Basterebbe " lasciar fare, lasciar passare." Se è vero che il paese è meravigliosamente ricco di suo, e che la colpa dèlla sua povertà 147 Biblioteca Gino Bianco ' P'

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