Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Colonia e Madre Patria poriis, Parigi, 1881, pp. 151 sgg.) e secondo appare evidente dopo un poco di riflessione, Tito Livio intende non la città di Leptis, ma tutta la regio degli emporia, che andava da Cercina alle Are dei Fileni, in cui il Perroud passa in rassegna ben 52 emporii, compreso quello di Leptis. 13 Cos1 anche questo miraggio archeologico cade.] Colonia e Madre Patria 1 Il prof. Giovanni Carano-Donvito c1 mvia quest'articolc, assai mteressante e per le considerazioni che contiene e per quelle a cui può dare occasione. Sin dai primi dell'ottobre p.p. noi, rompendo l'incanto del quasi generale entusiasmo per la nuova impresa coloniale, credemmo di dover gittare il grido di allarme contro il danno, che alla economia delle provincie meridionali d'Italia veniva minacciato dall'annessione delle terre nord-africane. " Gli' effetti della conquista tripolitana - scrivevamo - saranno disastrosi sulle condizioni del Meziogiorno e della sua agricoltura in ispecie. Quando avremo finito di cantare il peana delle nuove gesta e cominceremo a provvedere alla messa in valo~e delle terre conquistate, emigreranno verso i lidi libii quei capitali che ognor s'invocano e si aspettano per sollevare la stremata agricoltura meridionale. " Mentre queste nostre terre soggiacciono e soccombono sotto la fatale legge economica dei costi crescenti e della produttività decrescente, le terre in gran parte vergini della nuova colonia, sotto la potenza della tecnica moderna, fruttificheranno con costi di molto inferiori ai nostri, iniziando contro i nostri prodotti una concorrenza che non potremo in alcun modo sostenere. E molte delle nostre terre rimarranno, di conseguenza, abbandonate incoltivate, se noi non manterremo alte, anche contro i prodotti della nostra colonia, le protettrici barriere doganali. " ... Le nuove colonie rappresentano sempre il paradiso dei popoli industriali ed il purgatorio dei popoli agricoltori. Ora il popolo della nostra Italia è metà manifatturiero (Nord) metà agricoltore (Sud): gl'italiani del Nord quindi godranno il paradiso, perché nella nuova colonia troveranno un mercato adattissimo per trarre materie prime a prezzi bassi per le loro industrie e per smerciare i loro prodotti industriali; gli italiani del Sud, invece, cioè gli agricoltori, vi troveranno l'inferno per la concorrenza che sarà fatta ai loro prodotti del suolo. " L'Alta Italia, che ha esuberanza di capitali mobili, li troverà a collocare a buone condizioni nelle non sfruttate terre tripoline, mentre noi meridionali, che ne abbiamo bisogno, cc li vedremo. sfuggire, o li dovremo pagare a piu caro prezzo. 13 Debbo queste informazioni alla cortesia del prof. Achille Coen. 1 Pubblicato in "L'Unità," a. I, n° 5, 13 gennaio 1912, pp. 17-19, a firma L'UNITA. La parte finale dalle parole " Se vogliamo che l'Italia abbia da questa impresa, ecc. n è stata riportata anche nel volume L'Unità di Gaetano Salvemini, cit. Pf,· 300-307.Riportato nel volume Come siamo andati in Libia, pp. 299-311 e nel voi. " L'Unità ' e " La Voce, n politica cit., pp. 149-159. [N.d.C.] 143 Bibl.ioteca Gino Bianco . .

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