Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

·' Come siamo andati zn Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 e le metteva insieme senza cnuca. Perciò va adoperato con molta diffidenza, caso per caso. E non di rado si contraddice con se stesso ed è contraddetto da altre fonti. Per es. i campi leontini, secondo Cicerone, che fu questore - cioè, diremmo noi, ricevitore generale della Sicilia - rendevano il 10 per uno, e non il 100 per uno (Verrine, III, 47). E questa è anche oggi la produzione comune in Sicilia.8 E oggi la Tunisia, anche dopo trent'anni di colonizzazione europea, cioè dopo che le meravigliose ricchezze naturali dell'antichità dovrebbero essere venute alla superficie per la disparizione del rovi-_ noso dominio politico musulmano, dà un prodotto medio inferiore alla produzione media delle piu ingrate zone granifere italiane; come ha dimostrato l'Einaudi (Riforma sociale, ott.-nov. 1911), riducendo alle loro proporzioni reali i "frutti stupefacenti," che Giuseppe Bevione aveva novellati sulla Stampa. Né si ha notizia di terre tunisine, che sia pure in via eccezionale producano il 100 per uno o qualcosa di simile. Quanto ai 400 o 360 ger.mogli o steli rampollati da un solo chicco di grano, non è· impossibile, trattandosi di numeri, che sia avvenuta in essi qualche alterazione nel passare da un manoscritto all'altro. Qualche antico editore, per es. l'Hardoujn, ha creduto di dover ridurre i 400 germogli a 40. La traduzione francese del 1773 lascia i numeri, quali si trovano nei manoscritti, ma osserva in nota che forse c'è in essi qualche esagerazione. È vero che c'è in compenso un correttore a mano del codice Leidensis, che ha soppresso il poco meno (" paucis minus ") ed ha lasciati in cifra tonda tutti i 400 germogli. Si vede che era nazionalista tripolino! 9 Dalle osservazioni, che precedono, però, sarebbe av•ventato togliere proprio ogni credito alla notizia raccolta da Plinio: Che un solo chicco - ci scrive a questo proposito un agronomo competent1ss1mo, il professore Eugenio Azimonti - dia luogo a 340 culmi portanti spiga, mi pare ben difficile per non dire proprio impossibile. Può esservi equivoco dal fatto che usasi nei paesi meridionali, anche senza uscire d'Italia, fare una coltura dei cereali " a buchette." Cioè si mettono piu chicchi entro una buchetta aperta con la zappa, e cos1. si semina tutto un campo, anziché " a volata " o " a spaglio " come nella grande coltura solita. In tal · caso può darsi benissimo che da una buchetta si abbiano 340 culmi, perché 3-4-5 cariossidi riunite e fortemente conradicate possono dare illusione di un accestimento proveniente da un solo chicco. 10 8 Secondo Varrone le migliori terre d'Italia non rendevano piu del 12 per uno. [Nota aggiunta nel volume Come siamo andati in Libia.] 9 SALVIOLI, Sulla esportazione del grano e di olio dall'Africa nell'epoca romana, "Atti dall'Accademia Pontaniana," vol. XLII, pp. 12-13 dell'Estratto: "Le notizie statistiche degli scrittori romani devono essere raccolte con molti sospetti per due ragioni: 1) perché molte cifre sono state guastate dai copisti medievali, che non le comprendevano; 2) perché gli scrittori romani non avevano idee precise sulle cifre." [Nota aggiunta nel volume Come siamo andati in Libia.] 10 Nort bisogna dimenticare che di quei 4-00 o 360 germogli o steli nati da un solo chicco, il Plinio non ci dice quanti fossero coronati da spighe e quanti chicchi portasse ciascuna spiga. Il chicco di grano produce sempre, intorno al gruppo degli steli fruttiferi, un certo numero di steli· bastardi, quelli che i contadini pugliesi chiamano la "figliuolanza." Il grande numero di germogli e di steli, dunque, può voler dire solo, per una buona parte di essi, una grande quantità di... paglia. 138 BibliotecaGino Sianco

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