Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati tn Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 a frutteto, vigneto ed oliveto, e giardini chiusi, si può dire che· la "stagione del raccolto" dura otto mesi: perché in maggio si colgono le prime ciliegie, poi vengono le nespole, poi le messi, poi la frutta di agosto e settembre, poi la vendemmia, poi le olive, e fino agli ultimi di dicembre nei giardini chiusi si trova conservata l'uva fresca sui pergolati. Che se in quel territorio ci è anche la coltivazione degli ortaggi, si può dire che la stagione dei raccolti dura proprio tutto l'anno. Ma anzitutto questa successione di raccolti su punti diversi dello stesso paese non è la stessa cosa che la successione di piu raccolti sullo stesso punto, come avviene, per es., in Lombardia, dove le marcite permettono di mietere il fieno sullo stesso punto parecchie volte all'anno; e, fatto, anche piu importante, dal ritrovarsi nel Mezzogiorno alcune zone di questo genere, non si ha il diritto di ricavare che tutto il Mezzogiorno è ricchissimo o può diventare con poco sforzo ricchissimo. Clie cosa diremmo noi di quel dottor Pangloss, che dicesse: "Beata e felice umanità! essa ha 365 raccolte nell'anno, perché ogni giorno c'è sulla terra un paese in cui un prodotto della medesima arriva a maturità"? Tornando alla Cirenaica, il passo di Erodoto è stato con molto buon senso interpretato dal console Motta nel suo rapporto su La Cirenaica nel 1889 (Boll. Min. Esteri, 1890), p. 16: All'uva specialmente è applicabile quanto scrisse sulla Cirenaica Erodoto, e ricopiarono quelli che parlano di questo paese: " Il territorio della Cirenaica ha tre stagioni: prima sulle coste maturano frutti e cereali. Terminato il raccolto sulle coste, è pronto il raccolto sulle colline. E dopo questo viene il raccolto della regione montuosa. Cosicché per otto mesi i fortunati [questo fortunati nel testo erodoteo non c'è] cirenei sono occupati nel raccolto. " Il fatto è vero specialmente dell'uva. Ai primi di luglio si mangia eccellente uva fresca e matura di Bengasi e Derna; a metà novembre si mangia uva fresca proveniente da Merg. Lo stesso succede per altri frutti e per i cereali, il cui raccolto è veramente scalato, se non per otto, forse per quattro mesi dell'anno. Ma quale che sia il valore da attribuire alla informazione raccolta da Erodoto, evidente risulta a chi confronta, senz'avere le traveggole, il testo erodoteo con la citazione corradiniana: 1) che le semplici parole di Erodoto: "E la stagione dei raccolti occupa per otto mesi quei di Cirene," sono state dal Corradini) non tradotte, ma esagerate in sé nella forma: "Per otto mesi continui quei di Cirene non fanno altro che raccogliere." 2) le parole del testo erodoteo non solo sono state esagerate in sé dal Corradini; ma, isolate da tutto ciò che Erodoto prima dice, acquistano un significato ancora piu lontano dalla intenzione di Erodoto: perché suscitano l'idea fallace che in Cirene i coltivatori ricavano per otto mesi prodotti annuali molteplici dalla stes_saterra, laddove Erodoto dice che in quel di Cirene ci sono tre zone di coltura, le cui messi e le cui uve arrivano successivamente a maturazione in tre periodi diversi, durante otto mesi. 132 BibliotecaGino Bianco

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