Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Falsiftcazioni tripoli ne Il. - Il pseudo-Rohlfs, per assicurare il Crispi del luglio 1894 e... gl'italiani del settembre 1911, che la conquista della Tripolitania e della Cirenaica sarà come mettere una lettera alla posta, data la smania · che hanno gl'indigeni e i Senussi di essere conquistati, inserisce nel meraviglioso rapporto una lettera giuntagli, calda calda, proprio in quei giorni, da Giarabub, sede del capo dei Senussi, nella quale il detto capo in data 3 luglio 1894 gli scrive: Tu mi chiedi degl'italiani, della loro azione nel paese e della loro inE.uenza nel bene. Essi, come tu sai, non seguono la nostra fede, ma sono giusti e buoni... Quindi ad essi mai sarà recata offesa... Se il governo italiano venisse qui a coltivare il paese, noi gli daremo il benvenuto e l'ospiteremo come fratello. Ora, neanche a farlo apposta, il Rohlfs corse pericolo di essere ammazzato a Cufra nel suo ultimo viaggio appunto dai Senussi. I Senussi - egli scrive nella relazione di questo viaggio - sono nemici giurati dei cristiani ... Ciò che li distingue fra tutti gli ordini e fra tutte le sette maomettane, non è il semplice fanatismo nei limiti della loro propria religione, ma l'ardente odio dei cristiani, che li sprona a questo riguardo a qualunque delitto. (Tripolitania: àa Tripoli all'oasi di Kufra, trad. G. Cara, Milano, F. Vallardi, 1889, pp. 140 e 196.) E l'avv. Santillana, che è uno dei pi& profondi conoscitori del mondo musulmano, che abbia oggi l'Italia, rispondendo alfa preghiera che io gli ho fatta di esaminare l'autenticità del documento senussita, cos1 mi scrive: I Il goffo documento in parola dà luogo per la sua forma esterna a varie osservazioni. Manca l'inevitabile " Gloria a Dio " e " in nome di Dio Clemente e Misericordioso," con cni ogni musulmano comincia le sue lettere: mancano gli epiteti laudativi a Mustafà Bey, come " l'illustre o l'egregio amico," od altro, che sono di prammatica; il " Dio abbia in gloria" non può esser certo nel testo autentico; la formula dev'esser diversa; la fuma ,; Sceikh-Senussi " non è certo nell'originale: lo Sceikh-Senussi non fuma, come noi Europei, ma appone il suo sigillo, come si usava nel Medio Evo; finalmente manca la chiusa e la data, che dagli Arabi si appongono in fine alla lettera, e non in principio, corne nel testo che ho sott'occhio. Ma tutto ciò può dipendere da una impedetta traduzione. Quello che mi par sospetto è il contenuto. Se mi si presentasse una lettera, supponiamo, di Giuseppe Mazzini, in cui, in odio alla monarchia, egli facesse voti per l'insediamento degli austriaci in Italia, io direi: tutto è possibile, ma vorrei proprio vedere l'originale prima di crederci. È il caso nostro: che un Musulmano, e per giunta il Capo di una grande Congregazione religiosa faccia voti per l'occupazione di un territorio musulmano da parte degli infedeli, è cosa non credibile e può sembrare addirittura assurda a chi per · poco conosca l'Islam. Tutto può essere, ma prima di credere a un'enormità di questo genere, sarei tanto contento di vedere l'originale. Il resto della lettera è talmente cretino che bisogna credere, per rispetto allo Sceikh-Senussi, ch'egli non ne sia responsabile. E se questi indizi di falsificazione non bastassero, basterebbe da solo a dimostrare la falsificazione, il fatto che quello stesso Sceikh-Senussi, che nel luglio 1894 avrebbe scritta al Rohlfs la lettera lusingatrice, un anno dopo, nel giugno 1895, abbandonò Giarabub e si ridusse coi piu fedeli nel121 Biblioteca Gino Bianco

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