Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 anche il governo ottomano. Tra gli albanesi i piu temibili sono i malissori, di cui alcuni, cioè gli ortodossi, si solleverebbero con maggiore facilità contro il governo. I mirditi poi, che costituiscono la tribu piu potente, potrebbero rappresentare la maggiore incognita per l'autorità turca. E l'on. Bissolati, che, non essendo un imbecille, non ha l'abitudine di ridere, ha richiamato anche lui l'attenzione del paese sulle complicazioni balcaniche del tripolismo, senza che il Governo abbia detto una sola parola per tranquillizzarci a questo riguardo, sul Secolo del 15 settembre: La sola potenza che ha fatto riserve sulle intenzioni dell'Italia fu precisamente l'Austria-Ungheria. Ciò vuol dire, per chi non è imbecille o non vuol far le viste di esserlo, che l'Impero austro-ungarico intende sfruttare per sé, a tempo opportuno, la . iniziativa dell'Italia. Fino ad ora la nostra politica, pur traverso ad errori ed incertezze, era riuscita ad ottenere dall'Austria-Ungheria affidamento ch'essa non avrebbe proseguito disegni di espansione nei Balcani. Ma occupando Tripoli l'Italia viene a frangere, colle sue mani, la premessa di quegli affidamenti e di quegli accordi. Noi eravamo in certo modo riusciti. a legare all'Austria le mani; saremmo noi che, occupando Tripoli, le daremmo mani libere. E quando l'Austria muoverà verso Salonicco, per prendersi anche essa a spese della Turchia la sua parte di compensi, in nome di qual trattato potrà l'Italia fermarla? Su quali alleanze potrà essa fare assegnamento per fermarla con la forza, se, occupando Tripoli, essa si è assunta l'iniziativa di smembrare la Turchia la cui integrità costituiva una ragione di equilibrio cosi per la Triplice alleanza, come per la Triplice intesa? Considerazioni queste che ricevono conferma e rilievo dal fatto che sono precisamente i giornali piu italofobi, piu militaristi e piu clericali quelli da cui in questi giorni vennero e vengono incoraggiamenti alla occupazione italiana a Tripoli. E l'on. Barzilai, il quale pur essendo anche lui uno dei conquistadores tripolini, non è privo di quella rudimentalissima intelligenza, che è necessaria per non ridere delle cose serie, è costretto a scrivere sulla Ragione del 21 settembre: E poiché si era vociferato di riserve giunte dall'Austria, quindici giorni or sono casualmente incontrandomi con uomini di governo, senza nulla voler sapere dei loro propositi e nulla aver da manifestare dei miei, osservai nettamente che quello era il punt0 piu oscuro. Il Governo prima di muovere un passo deve sapere nel modo piu assoluto e preciso. Sapere se la Germania tra i suoi interessi sul Bosforo e l'alleanza, preferisce questa o quelli; se l'Austria possa pensare ad un altro passo in Macedonia o in Albania, che sarebbe per noi tale colpo da legittimare la gue"a. Se un dubbio solo può restare a tale riguardo, quella di Tripoli diventerebbe davvero la piu pericolosa delle avventure. E il Figaro del 22 settembre scrive queste parole, che il Corriere d'Italia (23 sett.) organo del Banco di Roma e 'primo montatore del trabocchetto tripolino, pubblica senza nessun commento contrario: Appena la vertenza franco-tedesca per il Marocco sarà liquidata è certo che scoppierà l'incidente tripolino malgrado le negative ufficiali e le smentite di obbligo da Roma. È ormai indubitato che il governo italiano prepara un colpo su Tripoli. Le autorità militari si attendono una violenta resistenza da parte delle truppe turche e della 108 Biblioteca Gino Bianco

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