Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La coltura italiana e Tripoli Per affermazione degli dementi stessi della Consulta non esiste il veto dichiarato di nessuno contro la nostra azione in Tripolitania. Da qud che si dice è la Germania che ci immobilizza, rammentandoci soltanto che l'Austria andrà a Salonicco, se noi andremo a Tripoli. Orbene se la Germania ci inibisce i movimenti per la custodia e la realizzazione dei nostri interessi in Tripolitania, abbiamo il dovere di esaminare se l'obbedire rientra nei nostri obblighi, e soprattutto se il disobbedire porterebbe a danni piu grandi dei vantaggi. Il male sarebbe l'Austria a Salonicco. Anzitutto, la discesa dell'Austria a Salonicco è una faccenda un po' piu complicata dell'annessione della Bosnia ed Erzegovina. Ci sarebbero di mezzo gli Stati balcanici; e ci sarebbe la potenza territoriale turca. E se la misura non ,è effettuata immediatamente, se solo qualche settimana passasse fra l'insediamento nostro a Tripoli e i primi atti ostili dell'Austria in Macedonia, il nesso dei due fatti si perde: il fatto compiuto andrebbe una volta tanto a nostro favore. E in tutti i casi, se anche l'Austria andasse a Salonicco, non cadrebbe il mondo. Quando l'Austria dovesse scendere a Salonicco, se è garantita l'indipendenza sovrana del 'Albania e ci sono dati compensi territoriali adeguati altrove, noi dobbiamo dichiararci altamente soddisfatti. E se, nonostante tutto, proprio non si ardisse muovere un dito senza il beneplacito della Germania e dell'Austria, ebbene entro un anno si devono avviare i neg<YLiatiper il rinnovamento della Triplice. Sarebbe utilissimo presentarci a discutere con la questione di Tripoli liquidata. Ma se non si può, si chieda e si ottenga nd nuovo trattato cogli Imperi centrali mano libera e appoggio diplomatico per il giorno in cui gli avvenimenti ci costringeranno ad agire in Tripolitania. La Triplice deve garentirci Tripoli o, per noi, non esistere piu... Ora la Turchia è senza flotta: ma se ne prepara una. Fra qualche anno non si potrà piu andare a Tripoli pacificamente, con due incrociatori e qualche trasporto militare. Sarà una guerra, con tutte le sue difficoltà, le sue spese, i suoi pericoli. I tempi sono pieni. Le probabilità di successo incominceranno presto a diminuire. A conferma dei pericoli balcanici della impresa tripolina non sarà inutile riferire questa notizia, riprodotta da tutti i giornali, davanti alla quale i conqufstadores è positivo che continueranno a ridere: Il Corriere delle Puglie pubblica oggi la seguente informazione: " Pubblicammo ieri sera che gli albanesi aspettavano la soluzione della questione tripolina per fare insorgere simultaneamente tutte le tribu e spingerle ad un moto decisivo che porti alla conquista dell'autonomia ed alla proclamazione del regno indipendente. Oggi siamo in grado di confermare questa notizia: gli albanesi aspettano, ma non rimangono inoperosi poiché ormai sono convinti di essere alla vigilia di avvenimenti decisivi che porteranno alla definizione di antiche vertenze. " La quale notizia va commentata con la seguente informazione del Corriere d'Italia del 23 settembre: Il marchese Carlotti, ministro plenipotenziario d'Italia in Grecia, è giunto in Roma per breve congedo. Questa mattina abbiamo avuto occasione di incontrarlo e gli abbiamo rivolto qualche domanda circa l'agitazione in Albania. Egli ci ha risposto che per il momento l'agitazione può ritenersi cessata. " In caso di un confitto italo-turco crede lei che gli albanesi ne profitterebbero? " Il ministro ci ha risposto che, dato il temperamento eccitabile e patriottico degli albanesi, tale pericolo non può assolutamente escludersi. D'altra parte per~, essendo una gran parte degli albanesi di religione musulmana, potrebbero per fanatismo sostenere 107 B bllotecaGinoBianco

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