Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 italiane, quanto se fossero straniere. E i zolfatari siciliani sarebbero " ridotti alla fame e alla rivolta" anche se l'Italia avesse la gloria di essere a Tripoli. Né si dica che essi potrebbero sfuggire alla fame e alla rivolta andando a lavorare a Tripoli. Se sono vere le affermazioni nazionaliste, questo sarebbe impossibile: infatti il Piazza (Terra promessa, p. 91) serive: L'influenza, che questo minerale potrebbe esercitare sul mercato sarebbe grandissima. Si considerino soltanto due elementi di fatto: il bassissimo costo e il grande rendimento della mano d'opera indigena cioè a dire che nelle miniere tripoline sarebbero impiegati non 1 minatori siciliani, ma i lavoratori indigeni. Dunque, se la logica non è diventata anch'essa nazionalista, l'unico ri- · medio che ci sarebbe per evitare che la Sicilia sia ridotta " alla fame e alla rivolta," sarebbe di conquistare la Tripolitania per andare a mettere tanto di catenaccio sulle miniere zolfifere, coi profitti favolosi delle quali viceversa dovremmo arricchirci! Che dire, poi, dell'affermazione che dalla concorrenza tripolina " la Sicilia " sarebbe ridotta alla fame e alla rivolta? La Sicilia conta piu di 3 milioni e mezzo di abitanti: e i zolfatari sono fra 35 e 40 mila, e l'industria zolfifera siciliana è in continua decadenza, puntellata faticosamente dal protezionismo sperperatore dello Stato, perché da molti anni è battuta dalla concorrenza, ben piu grave di quella fantasticata dei tripolini, dello zolfo estratto dalle piriti. "La Sicilia ridotta alla fame e alla rivolta" non è che un'altra amplificazione rettorica, analoga a quella che generalizza lo "strato d'acqua perenne" dai dintorni di Tripoli a tutta la Tripolitania. L'economia e la geografia nazionalista sono fatte cosL III La parte piu interessante degli articoli del Bevione è quella dedicata a dimostrare come qualmente noi non dobbiamo esitare a riaprire la questione d'Oriente occupando Tripoli. Quando il Salvemini sulla Voce del 24 agosto u.s. (n. 34) richiamava la nostra attenzione sul pericolo che la spedizione di Tripoli desse pretesto e motivo all'Austria e a tutti gli altri interessati di riaprire la questione balcanica, mentre l'Italia sarebbe impegnata a Tripoli e incapace di far valere i suoi interessi, i conquistadores dell'Idea Nazionde, la cui tattica polemica consiste tutta nel non voler vedere le difficoltà enormi e i pericoli non meno gravi dell'impresa, dettero in uno scoppio di riso: come tutti sanno, il riso non abbonda nella bocca delle persone intelligenti. Ora ecco che cosa dice un altro conquistador: . ' 106 BibliotecaGino Bianco

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