Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 de Regny ne ha visto circa 5000 chilometri quadrati, cioè 1/200. E ora continuiamo. La zona visitata è divisa dal Vinassa de Regny in tre parti: Una piccolissima zona acquitrinosa, posta in immediata vicinanza al marè, costituita da laghi o paludi, per lo piu asciutti in estate, quasi sempre salati... La seconda porzione è data dalla pianura coltivata per Jo piu, spesso ricoperta da dune, in generale rossastre, costituite, salvo se presso il mare, da minutissima sabbia, la quale dà un eccellente terreno agrario, quando sia convenientemente irrigata. Il cosiddetto deserto, presso a Tripoli e a Tagiura, che poi si estende tutto attorno sino alla Uadi Msid ed al piede delle colline, non è che un piano, dai 10 ai 30 m sul mare, ove le sabbie mobili, sotto l'influenza del vento dànno origine a dune di altezze però sempre limitate. Tali dune sono derivate da mancanza di coltivazione o dall'abbandono delle antiche colture. Infatti ogni anno piu l'oasi tripolina si estende e guadagna sul deserto coi mezzi molto semplici. Basta un piccolo muro di sabbia impastata con acqua, verso il sud, a difesa delle dune ancora mobili ed un pozzo per irrigare. Nel sottosoolo di tutto quanto il cosiddetto deserto l'acqua si trova a pkcola profondità ed in quantità grandissima. Cosi poco a poco sino alle colline di Tarabuna, per circa 100 km verso l'interno, potrebbe riformarsi un unico giardino di palmizi, agrumi, cereali, frutteti, ortaggi e vigne, che oggi si trovano solo qua e là sparse nelle piccole oasi, alcune delle quali create in questi ultimi anni per merito di intelligenti agricoltori, aiutati in gran parte dalle braccia dei nostri contadini siciliani, che nel paese attorno a Tripoli trovano un pezzo della loro Sicilia. Una notevole parte della pianura poi è costituita da terreni piu compatti e induriti, in alcuni punti presso alla collina anche sassosi. Quivi la coltura è prevalentemente a cereali, i quali benché non arrivino a dare il raccolto della feracissima Cirenaica, pure sono assai remunerativi. La terza porzione del territorio è montuosa, o meglio collinosa. Le altezze massime di queste catene di colline rocciose prossime al mare non oltrepassano i 400 metri; solo al Gebel al sud si giunge a circa 700-800 m. La collina litorale è costituita quasi sempre da calcare piu o meno compatto, di svariato colore. Nelle uadi (fiumare) assai numerose, alcune con acqua perenne come le Uadi Msid la coltivazione è intensa; e lungo tutta la collina e sopra di essa prospera rigogliosa la vite e verdeggia l'olivo. Gli olii di Msellata infatti sono conosciuti nella regione e sono molto buoni benché fabbricati in modo preistorico, e i vini ottimi provengono dai dintorni di Homs e dalle colline di Tarabuna. Stante la natura porosa del suolo quest'acqua viene rapidamente assorbita, penetra nel sottosuolo sino a raggiungere uno strato argilloso impermeabile. Giunta a questo strato, lievemente inclinato a mare, l'acqua forma deposito; cosicché in ogni pozzo, che si scavi in mezzo alle sabbie del deserto, si è sicuri di trovare acqua ad una profondità che varia dai 3 ai 12 metri a seconda della quota del terreno. Questo strato impermeabile affiora pure lungo il mare nella ripa a picco alta dai 10 ai 20 metri, che con piccolissime interruzioni si segue per tutto il litorale. Il Vinassa de Regny, dunque, parla del solo paese che circonda Tripoli per una estensione costiera di circa 150 chilometri e fino a 100 <:4ilom~tri dalla costa: del quale paese - badiamo bene - egli non ha visto che la metà. Il Bevione, invece, generalizza a tutta la Tripolitania quanto il Vinassa de Regny ha detto di una minima parte di essa. E se non ci cre~ia~o, ~odiamo a misurare! Non altrimenti, il mugnaio rispondeva a Messer Bernabò Visconti. Bisogna, poi, notare che il Vinassa de Regny visitò il paese in primavera, cioè nella stagione delle grandi piogge, a cui succedono sei mesi di 104 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==