Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La coltura italiana e Tripoli 1 La campagna anti-tripolina, che noi abbiamo condotta da un anno a questa parte, ha fatto osservare a qualche amico della Voce che su questo foglio si viene facendo troppa politica. L'osservazione non è giusta: poiché se la materia di questa campagna è politica, il suo significato è soprattutto morale. Abbiamo ricercato sintomi di serietà, di sincerità e di cultura nella campagna ben altrimenti rumorosa e travolgente che gli altri - i nazionalisti - avevano già iniziato quando La Voce non si era ancora occupata . della questione: non era possibile, per un foglio che si propone gli scopi de La Voce, di non sottoporre a critica morale un fenomeno cos1 importante della vita pubblica italiana. Non era possibile inoltre lasciare ai soli nazionalisti, scribacchiatori e chiacchieroni, l'incarico di illuminare l'opinione pubblica su di un argomento che - come oggi si può constatare - è di grandissima importanza. Oggi, quando uomini come Gaetano Mosca, trattando la questione tripolina sul giornale del Governo, han prospettato le cose all'incirca come noi eravamo venuti rappresentandole in contrasto alla retorica nazionalista, noi possiamo affermare che la campagna de La Voce è stata coronata dal successo: poiché il suo scopo non era quello di imporre deliberazioni, - che spettano soltanto a chi ne è responsabile - ma di mettere in chiaro dati di fatto, ignorati o nascosti dagli avversari: dati di fatto che si sono chiariti per veritieri e che sono stati presi in considerazione dai competenti. La giustificazione della campagna de La Voce sta in questa funzione compiuta e nell'ignoranza ed incoscienza altrui. Quest'ignoranza ed incoscienza noi siamo in grado di documentare ampiamente - un esame della letteratura nazionalistica ce ne fornirebbe innumerevoli prove. Pubblichiamo ad es.. un articolo in cui vengono esaminate - insieme a qualche altro documento nazionalista - le corrispondenze del Bevione alla Stampa: ed il Bevione non è certo, fra i nazionalisti, dei peggiori. Gli amici che ci hanno rimproverato di far troppa politica, riconosceranno che la nostra critica non doveva ritrarsi dinanzi ad una discussione che costituisce forse una apparente deviazione, ma è certo una sostanziale riaffermazione del nostro programma morale. Giuseppe Bevione pone, nella Stampa dell'agosto 1911, il problema tripolino sulle sue vere basi : 1 Pubblicato in "La Voce," a. III, n° 39, 28 settembre 1911, pp. 657-59, a firma LAVOCE,ma Prezzolini nella lettera citata dice che è " certamente" di Salvemini, del quale del resto abbiamo gli argomenti e osservazioni caratteristici. [N.d.C.] 102 BibliotecaGino Bianco •

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