Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Tripolie Triplice 1 La questione dei rapporti fra l'impresa tripolina e la politica balcanica dell'Austria, dilaga nella stampa italiana per merito dell'onorevole Bissolati. Gli uomini di stato dell'Idea Nazionale trovano in essa un pretesto per sciorinare nella pubblica piazza un loro pensiero machiavellico: "L'Italia deve far presto a pigliarsi Tripoli, ché altrimenti alla rinnovazione della Triplice, le sarà contato come un compenso." L'on. Barzilai tocca la nota patriottica e deplora queste ammissioni italiane di rapporti esistenti fra la conquista di Tripoli e la favoleggiata avanzata austriaca verso Salonicco. " I vari baroni Chlumecky che a Vienna tengono geloso conto di consimili preziose ammissioni italiane, segneranno anche questa pel momento buono nel taccuino." E cosi altri, competenti od incompetenti, frequentatori della farmacia di Montecitorio, oppure della farmacia di Homais, sullo stesso tono o giu di H: ma questo si chiama spostare la questione e mutare le carte in tavola. Non è lecito infatti rovesciare la responsabilità di possibili guai futuri, proprio su coloro che quei danni han cercato di allontanare gettando un po' d'acqua gelata sulle teste febbricitanti di tutti quegli immaginosi scribacchiatori di gazzette che in pochi giorni si son convertiti alla impresa di Tripoli, tentando, con rara incoscienza, di trascinare il paese, al quale gabellavano la propria opinione privata per opinione pubblica. E perciò è necessario rimettere le cose a posto; e stabilire la responsabilità che spetta a ciascuno. L'Òpposizione della Voce all'impresa di Tripoli non dipende da pregiudiziali internazionaliste o pacifiste. Essa si distingue perciò, nettamente e radicalmente, da quella che può esser mossa a qualunque intrapresa coloniale, dai socialisti e dai sindacalisti. L'opposizione della Voce è motivata, nel caso attuale, non da pregiudiziali, ma da ragioni di merito: ragioni che si dividono in economiche, politiche, e morali. Su tutte queste ragioni la Voce ha richiamato l'attenzione con grande insistenza, nell'intento di creare un elemento d'opinione pubblica che avesse il suo peso, al momento opportuno, nelle deliberazioni dei responsabili. E se oggi il ministro degli Esteri - a cui spetta in definitiva ogni decisione ed ogni responsabilità - trova di fronte a sé una opinione pubblica che non è precisamente quella " concorde " esaltata dai nazionalisti giorni fa, l'opinione pubblica di un popolo che pesa le varie 1 Pubblicato in "La Voce," a. III, n°. 38, 21 settembre 1911, p. 656. ~rezzol!ni in UJ?a lettera ad Enzo Tagliacozzo del 27 gennaio 1960 afferma che qu~sto. articolo pr?b.abilmente" è dell'A.mendola. Ma lo stile e soprattutto le argomentaz1om sono salvem1mane, quindi non ci siamo sentiti di escluderlo dalla raccolta. ~ firmato LA VocB. [N.d.C.] 99 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==