Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Irredentismo, questione balcanica e internazionalismo * "L'internazionalismo ha fatto, dunque, bancarotta? Squillarono indarno all'umanità le sillabe fatidiche del Manifesto dei comunisti? Lexa von Aehrenthal stritola Carlo Marx?" domanda, turbato nella sua limpida fede d'apostolo, l'amico Vivante: e chi lo conosce, come lo· conosco io, sa che scrivendo "limpida fede di apostolo" io non faccio un'amplificazione e non dico una parola vana. E il dott. Vivante, che conosce me, sa che, se io fossi convinto della bancarotta dell'internazionalismo, non esiterei per conto mio a dichiararla e a farmi scomunicare dagli ortodossi: non esiterei a relegare anch~ l'internazionalismo fra gli " spettri di idee. " Ma no: bancarotta l'internazionalismo non l'ha fatta. E non la farà, purché noi sappiamo volere quel che dobbiamo volere, e non commettiamo l'errore di confondere il vero internazionalismo con quello che è appunto il suo "spettro." _ In questa società meravigliosamente triste e meravigliosamente bella, simile a una donna affaticata e deificata dalla crisi suprema della maternità, ogni giorno che passa stende e tesse un nuovo filo della tela destinata ad an·olgere in un unico sistema di convivenza il genere umano. La febbre unh·ersale del lavoro, la circolazione mondiale delle ricchezze, delle persone, delle idee, una solidarietà generale nello sforzo per la conquista del benessere, un comune desiderio di godere in pace la ricchezza faticosamente conquistata, il progresso in ciascuno stato della democrazia che rende sempre piu difficili le pazzie dinastiche e le brutalità militari, mille nuclei viventi e luminosi di nobili idee classiche, cristiane e filosofiche penetranti a fiotti nella coscienza di tutti gli uomini migliori, la promiscuità di tutti gli interessi, l'orrore della violenza e del sangue, la capacità di pre,·edere gli effetti remoti funesti di imprese immediatamente fruttifere, tutte qutste forze ci spingono, volenti o nolenti, verso un sistema di unità pacifica internazionale. Ma questo sistema può assumere due forme diverse: la tela destinata ad avvolgerci può essere per molti di noi custode di vita o lenzuolo di morte. Attraverso l'evoluzione storica· passata, come nei confini di ciascuno stato si è formato un insieme di classi dominanti e un sistema di classi dominate, cos1 nei rapporti internazionali esistono stati piu forti e stati piu deboli: stati borghesi e stati proletari. Le caste burocratico-militari prima, e le classi capitalistiche poi, hanno cercato ovunque di creare a vantaggio proprio e a danno altrui monopoli politici ed economici. E in questa ressa alcuni ,hanno avuto fortuna; ma i piu sono rimasti affamati. E i proletari degli stati privilegiati, sebbene non goda~~ se n~n le_briciole dei privilegi conquistati dall'aggregato etnico ? pohuc?, d1 ~1 . f~nn? parte, sono immediatamente interessati al manterumento d1 questi pnv1leg1. E il loro torp.aconto personale li porta continuamente a co~sid~rar_sieredi dei privilegi che la propria borghesia è riuscita ad appropnars1 d1 fronte 89 Biblioteca Girio Bianco

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