Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Irredentismo, questione balcanica e internazionalismo di opporsi. E lo_stato occupante, che si spinge innanzi a testa bassa, infischiandosi della opinione di coloro, dal cui consenso dipende in diritto la sua posizione d'occupante, non fa in fondo se non annullare quel trattato, da cui l'occupazione è stata consentita. Per trent'anni l'Austria non ha fatto in Bosnia se D;Onfar diventare sempre piu piccine le bandiere del sultano e sempre piu grandi le bandiere proprie; gli altri stati fìrmatar1 del Trattato di Berlino non sono andati ogni giorno a misurare le bandiere e a constatare se le proporzioni primitive rimanevano intatte. Ma, quando l'Austria ha soppresso senz'altro l'ultima striscia e ha tentato di prescrivere per sempre il diritto altrui, era naturale e legittimo che gli altri protestassero. O prima o poi i nodi dovevano venire al pettine. I trattati internazionali - in questo l'on. Tittoni, il barone di Aehrenthal, l'amico Vivante ed io ci troviamo d'accordo; ed è molto nell'interesse della pace! - i trattati internazionali non sono pagine di vangelo, indiscutibili ed eternamente inviolabili. E meno che mai il Trattato di Berlino, che fu una delle piu inique costruzioni diplomatiche macchinate dal genio infernale di Ottone di Bismarck a vilipendio di ogni principio di nazionalità. Ma i trattati devono essere riveduti d'accordo fra le potenze interessate, e non infranti a beneplacito di una sola, se non vogliamo sostituire, all'attuale sistema assai imperfetto di rapp'orti piu o meno pacifici, un vero e proprio non-sistema di continui briganteschi colpi di mano, il quale ci ' condurrebbe a uno stato assai peggiore dello stato attuale, che pure non è bello davvero! Di siffatti colpi di mano - dice il Vivante - contro il Trattato di .Berlino, ne sono stati perpetrati parecchi fra il 1878 e il 1908. Ed è vero. Ma non' deve giungere mai il momento di dire: basta? Nel 1878 non esisteva, né in Austria, né in Italia, un partito socialista capace di esercitare una notevole pressione sui Governi; e solo in questi ultimi anni questa pressione ha cominciato a diventare possibile. Ebbene, questo fatto nuovo deve rimanere senza risultati nella politica internazionale? E noi dobbiamo lasciare che le nostre diplomazie continuino nei vecchi metodi per il solo motivo che han fatto sempre cos1? Io non so se la Francia si passerà un bel giorno il gusto di deporre il bey di Tunisi, e se l'Inghilterra dichiarerà di annettersi definitivamente l'Egitto: se queste iniziative avverranno col consenso di tutti gli interessati - e il consenso non avverrà certo senza congrue transazioni - i socialisti francesi e inglesi, dal punto di vista dei loro doveri internazionali verso i part~ti socialisti degli altri paesi, saranno perfettamente in regola accettando i fatti compiuti; ma, se la Francia e l'Inghilterra agiranno di prepotenza, come ha agito nella questione della Bosnia l'Austria, i socialisti inglesi e francesi faranno male a non protestare, proprio come han fatto male in questa occasiqne a stare zitti e a parlar male i socialisti dell'Austria. 75 BiblfotecaGino Bianco

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