Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I precedenti Viceversa, la tattica astensionista dava risultati del tutto contrari a quelli, che ne speravano i suoi assertori: rendeva impossibile il formarsi in Italia di un partito legittimista, analogo a quelli che deliziavano la Francia: cioè li– quidava nell'inerzia di cinquant'anni tutti i fedeli dei regimi preunitari, e consolidava, invece di indebolirle, le nuove istituzioni nazionali. Piu ancora, l'astensione cattolica faceva il gioco dei partiti democra– tici ed anticlericali. Infatti, costringeva le forze liberali-monarchiche a cer– care nelle correnti democratiche quegli appoggi, che non trovavano in una parte, cos1 cospicua, delle forze conservatrici. Quelle stesse frazioni dei partiti nazionali, che sarebbero state larghissime di favori al clero, se il papa non si fosse accampato ostile al nuovo stato di cose, si astenevano per di– spetto e per rappresaglia dal resistere alle iniziative dei gruppi anticlericali con la risolutezza di cui sarebbero stati capaci, e magari le secondavano, in quanto l'anticlericalismo, contrastando l'influenza intellettuale, sociale, politica del clero, mirava ad annientare un grave pericolo per l'unità nazio– nale. La democrazz·acristiana Ma finché visse Leone XIII, le teorie dei cattolici nazionali non eb– bero fortuna, salvo qualche leggera oscillazione nel primo decennio. E la borghesia liberale italiana dové difendersi sempre, da un lato contro il cle– ricalismo, e dall'altro contro il radicalismo e il socialismo ad accentuazioni piu o meno rivoluzionarie. Invece di aderire al programma dei cattolici nazionali, il Vaticano ten– ta, nell'ultimo decennio del secolo XIX, un'altra soluzione: quella di crea– re anche in Italia un movimento cattolico di sinistra, a somiglianza di ciò che avviene in Belgio, in Francia, in Austria. Sorge cos1, verso la fine del secolo, la democrazia cristiana. La quale ha un duplice compito: tenere immuni le moltitudini operaie e contadine dalla propaganda socialista; e organizzarle per il giorno in cui, caduta la monarchia sabauda, la borghesia liberale dovrà cercare nelle forze cattoliche il punto d'appoggio necessario alla difesa dell'ordine sociale e della proprietà. Insomma, il Vaticano, dopo venticinque anni di non expedit, ricono– sce che la massa cattolica perderebbe ogni peso nella vita pubblica italiana, se continuasse ad essere composta dei soli vecchi elementi conservatori, che sono rimasti fedeli sotto il controllo del clero: perché il partito liberale as– sorbe via via tutti i nuovi venuti delle classi possidenti. E affida l'ufficio d'in– grossare le file dell'" esercito di riserva," in vista della crisi rivoluzionaria, alla democrazia cristiana. Fu per alcuni anni un curiosissimo movimento di propaganda, in cm erano agitate insieme la questione romana e la questione sociale, i di– ritti del pontefice e quelli del proletariato. Solamente, questa nuova democrazia, sorta per disputare le moltitu- 51 BibliotecaGino Bianco

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