Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

.fl partito popolare e la questione romana esosa tirannide del liberalismo. Lasciamo che i morti del liberalismo seppelliscano loro morti. 1 Mentre il terreno viene meno sotto i piedi all'Italia sabauda, i catto– lici debbono rifiutare ogni partecipazione alla. vita pubblica, organizzandosi nella astensione; sottrarre con questa astensione ai partiti di governo tutte le forze conservatrici, che si raggruppano intorno al clero; scalzare cos1 la monarchia unitaria. dalla destra, mentre radicali, repubblicani, socialisti l'as– salgano dalla sinistra; e aspettare con le armi al piede che la rivoluzione politica faccia piazza pulita dei partiti liberali. All'indomani della. crisi, i cattolici debbono farsi avanti come eser– cito di riserva conservatrice; prendere il posto dei liberali, andati in malora insieme alla dinastia; salvare l'Italia dalla rivoluzione sociale, facendone la terra promessa del cattolicismo. E nella nuova Italia, governata dai catto– lici, sarà ripresa in esame la questione del dominio temporale: e sarà risoluta secondo che il pontefice sentenzierà a suo tempo, nella pienezza della sua vittoria e della sua libertà. . Questa tattica di preparazione nell'astensione si riassume nella formu– la del non expedit, cioè nel divieto fatto ai cattolici italiani di partecipa– re, sia come eletti, sia come elettori, alla formazione della Camera dei de– putati. Contro tale cattolicismo intransigente, catastrofico, massimalista come diremmo oggi - resistevano meglio che potevano alcuni nuclei di cattolici collaborazionisti, o riformisti, o cattolici nazionali, come allora si chiamavano. I quali dalle pagine della Rassegna nazionale di Firenze predicavano che la tattica intransigente preparava difficoltà formidabili al– la Chiesa, oltre che allo Stato. Un'opera di conservazione preventiva occor– reva, e non l'illusione di poter salvare in un secondo tempo l'ordine socia– le, dopo aver lasciato andare in malora in un primo tempo l'ordine politi– co. Dalla borghesia italiana in regime repubblicano la Chiesa non avrebbe ottenuto piu di quanto potesse ottenere in regime monarchico. La restitu– zione del dominio temporale era divenuta ormai impossibile: e se possibi– le, avrebbe arrecato al pontefice infinite difficoltà, e nessun reale vantaggio. Il problema della posizione giuridica del pontefice in Roma poteva e dove– va essere risoluto senza ritardo, mediante un sistema di compromessi piu perfetto di quello stabilito dalla legge della guarentigie, ma non molto di– verso. I cattolici intransigenti e temporalisti sacrificavano a vieti risenti– menti e ad un vano miraggio gl'interessi non solo del trono, ma anche dell'altare. · 1 • I t I t I I La esperienza degli anni riusd a vantaggio dei cattolici nazionali. Il Vaticano aveva mal calcolato la vitalità dei partiti liberali conservatori e la forza di assalto dei partiti rivoluzionari. La crisi di smarrimento, che avreb– be dovuto condurre la borghesia liberale ai piedi del clero, non arrivava mai. 1 Cfr. indietro, pp. 8-9, dove la citazione è ricostituita nel testo originario. [N.d.C.] 50 BibliotecaGino Bianco

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