Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'avvenire del partito cattolico I cattolici "ammettono comunemente le divisioni di classi nella socie– tà (...] , che lo stato deve rispettare e concorrere anzi con una provvida legi– slazione a rendere stabili" - e finora pare che parlino i conservatori; - ma viceversa i cattolici riconoscono anche "che le forme di questa divi– sione di classi sono in gran parte storiche e mutevoli, e che questi mu– tamenti, i quali avvengono talora in forma rivoluzionaria, possono esser resi necessari" dalla scomparsa in alcune classi della loro ragione di essere; e queste classi potrebbero essere oggi l'aristocrazia terriera, il capitalismo (cre– do che il Murri per capitalismo intenda solo l'alta banca, magari solamen– te l'alta banca... giudaica) e quelle classi che vivono sull'enorme bilancio dell'accentramento burocratico e del militarismo. Il Murri, dunque, ammet– te un po' di lotta di classe a scartamento ridotto contro quelle classi che, secondo lui, han perduta la loro ragione di essere. Fra queste classi ci sareb– be l'aristocrazia terriera, la quale - l'argomento è di attualità - in que– st'anno ha guadagnati parecchi milioni per i dazi sul grano. 9 Che cosa han fatto il Murri e gli altri cattolici quest'anno per combattere i dazi sul gra– no, tanto utili all'aristocrazia terriera e tanto dannosi al "lavoro manuale" di cui essi vogliono far "crescere il valore"? Hanno fondato le cucine eco– nomiche, alle quali i conti e i marchesi, proprietari di terre, dando cento lire, han creduto di legittimare la truffa dei milioni perpetrata coi dazi di confine nelle tasche del proletariato. Queste classi, di cui il Murri e i cattolici ammettono e non ammet– tono l'esistenza, hanno bens1 il diritto di godere della loro proprietà; ma questa proprietà impone loro dei "doveri sociali." Anzitutto il proprietario deve rispettare la giustizia - l'eterna giustizia! - nelle sue relazioni coi la– voratori; inoltre, quando i proprietari si sono serviti della proprietà per sod– disfare i bisogni loro e delle loro famiglie, "secondo le esigenze di un retto apprezzamento del loro grado," allora il celebre quod superest ricade sotto il diritto sociale, cioè dev'essere impiegato in vantaggio della società. Se– nonché al Murri e ai cattolici si può domandare: con qual criterio si potrà fare il "retto apprezzamento del grado" di ciascun proprietario, per determinare le sue giuste esigenze? E se un miliardario ha tante esi– genze, che non gli superest piu nulla per la società, del diritto sociale che cosa succederà mai? E questo dovere sociale dei proprietari dev'essere solo un dovere morale, oppure anche un dovere giuridico? Sorvoliamo su tutte queste domande, perché ci siamo imposti di esser brevi in questa postilla. Tutte le classi sociali debbono, secondo il Murri e i cattolici, tener– si in equilibrio fra loro; e alla conservazione di quest'equilibrio deve ve– gliare lo stato. A proposito dell'azione dello stato, il famigerato program– ma di Milano, ponzato da due professori d'università, da due conti e da un marchese,1° proclamava che "in condizioni normali della società" non si 9 In seguito ad una serie di scarsi raccolti, nell'autunno del 1897 e nell'inverno del 1898 il prezzo del grano, che era protetto da dazio, subi un notevole rialzo, origine dei tumulti milanesi del maggio 1898. [N.d.C.] 10 II "programma," redatto da Giuseppe Toniolo, era firmato dai componenti la "Presi– denza dell'Unione cattolica per gli studi sodali," e cioè il Toniolo stesso, professore nel- 42 BibliotecaGino Bianco

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