Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'avvenire del -pa.rtitocattolico strissimi e di reverendissimi, potrà il piu delle volte essere dissimulato con qualche cambiamento di frase o con qualche circonlocuzione piu o me– no abile; se la discussione trascenderà troppo oltre, il comando del papa potrà imporre il silenzio, come avvenne pochi mesi addietro a due gior– nali cattolici torinesi. 21 Ma il giorno che bisognerà fare qualcosa di pratico, il giorno che i cattolici, avendo il mestolo in mano, dovranno affrontare i problemi a cui ha_npromesso di dar soluzione, sarà piu possibile l'accordo? Anche l'Italia avrà allora necessariamente i suoi Daens 22 e i suoi Stojalow– ski23e la lotta, che oggi serpeggia nel seno del partito, scoppierà irrepara– bilmente. Quale delle due correnti prevarrà? Avremo un cattolicismo conserva– tore o un cattolicismo democratico? Nel Belgio l'abate Daens è stato espulso dal partito, e in Austria l'abate Stojalowski, dopo essersi a lungo dibattuto, laudabiliter se subiecit: i conservatori hanno schiacciato i demo– cratici. In Italia avverrà diversamente? Non è necessario essere profeti per prevedere che in Italia le cose andranno precisamente come in Belgio e in Austria. Già fin da ora possiamo vedere che, se nella propaganda orale, nelle conferenze, nelle prediche, negli opuscoli, in tutte le funzioni a cui è adi– bita la bassa forza, prevale la tendenza democratica, le posizioni invece praticamente piu importanti sono tenute dai conservatori: esaminate i no– mi dei consiglieri comunali cattolici delle nostre piu importanti città e vi trovate sempre conti, marchesi, nobili uomini, alleati dei conservatori libe– rali in tutte le questioni amministrative piu importanti; guardate il giorna– lismo cattolico e appena a Torino e Milano trovate qualche timida vel– leità democratica, subito repressa dalle voci dei superiori. Alle forze conservatrici, padrone fin da ora delle posizioni migliori, si aggiungeranno, poi, all'ultima ora, tutte le forze degli altri conservatori, che per ora la ragione dinastica tiene stretti nel partito liberale, e che non si getteranno fra le braccia del clericalismo per esser strozzati, ma per essere difesi contro il socialismo. Questi, gente pratica, non andranno certo ad in– grossare la falange sognatrice democratica, ma porteranno nel partito cat– tolico tutti i loro interessi, tutto il loro modo di pensare e tutta la loro corruzione. I latifondisti meridionali, quando, invece di andare al ballo di corte, andranno a sentire la messa del papa, non per questo diventeranno meno rapaci, meno oppressori dei loro contadini e meno amanti dei dazi sul grano; Favilla e Cavallini, 24 se invece di esser commendatori della corona 21 L'"Italia reale" e "La democrazia cristiana. " [N.d.C.] 22 Adolphe Daens (1839-1907), ecclesiastico e uomo politico belga, di accese tendenze de– mocratiche, per le quali fu espulso nel 1897 dalla Lega cristiana democratica belga. Fondato un nuovo partito cattolico, il "Christene Volkspartij," nelle elezioni politiche del 1904 riusci a battere, nel collegio di Aalst, Charles Woeste (1837-1922), già ministro e uno dei principali esponenti del cattolicesimo conservatore belga. In seguito alle polemiche nate da quell'urto, fu definitivamente condannato dalle autorità ecclesiastiche. [N.d.C.] 2 3 Stanislao Stojalowski (1847-1911), ecclesiastico e agitatore politico galiziano. Per il suo cattolicesimo nazionale e le sue idee democratiche, si trovò in urto aperto sia col governo austro– ungarico che con le autorità ecclesiastiche. [N.d.C.] 24 Luigi Favilla, già direttore della sede bolognese del Banco di Napoli, e Filippo Cavai- 30 BibliotecaGino Bianco

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