Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il programma sociale dei cattolici gliarsi fra loro per determinare riforme, che non saranno mai attuate. Di fronte alla incapacità dell'individuo a risolvere tali questioni, noi socialisti ce la caviamo in modo semplice; diciamo all'operaio: la volontà individuale non ti può dare ciò che desideri; lo stato, finché sarà in mano dei padroni, ti darà sempre il contrario di ciò che desideri; impadronisciti dello stato e fa i tuoi interessi, come lo fanno oggi i padroni. I cattolici non possono parlare cos1, perché allora diventerebbero un partito di classe; per– ciò... si mettono a discutere fra loro. I conservatori respingono risolutamen– te l'intervento dello stato e diventano cosL. liberali; i democratici lo in– vocano e domandano anche una legislazione internazionale del lavoro. Il papa su questo punto ha avuto un po' piu di coraggio ed ha affermato esplicitamente l'intervento dello stato. Bravo, santissimo padre t ma sarà sem– pre opportuno l'intervento dello stato? e quando? e non avrà limiti que– st'intervento? Si fa presto a dire: lo stato cristiano deve intervenire quan– do si tratta di impedire gli abusi dei padroni contro gli operai e degli ope– rai contro i padroni. Ma che cosa è l'abuso? come si fa a determinare se uno sciopero o un licenziamento è abuso o no? e chi deve giudicare se abuso c'è? il padrone o l'operaio? E cos1 la lotta di classe, che è l'ombra della società capitalistica, risorge ad ogni istante davanti agli occhi dei cattolici. Il dissidio fra le due frazioni del partito cattolico apparve in modo evidentissimo nel secondo congresso cattolico italiano per gli studi sociali in Padova (26-28 agosto 1896). 14 A quel congresso fu presente quasi tutto lo stato maggiore cattolico, e tutti i giornali clericali proclamarono che da esso comincia un'èra nuova nel partito. Ed è vero; comincia l'èra delle questioni pratiche, e quindi dei dissensi. 1 Si parlava della questione rurale e si dovette affrontare il fenomeno del– l'assenteismo.15 Il professore Toniolo, incantevole parlatore e rappresentante della corrente democratica, biasimò vivamente il fatto come immorale e contrario al concetto cristiano della proprietà, che, se dà al padrone dei diritti, gli impone anche dei doveri. L'assemblea naturalmente applaudL Tuttavia - riproduco testualmente la relazione della Rivista internazionale - ad alcuni, fra i quali l'egregio conte [quanta suggesùone in questo titolo!] Soderini di Roma e il prof. Gusmini di Bergamo, parve che, se era giusto inculcare ai padroni l'adempimento dei loro doveri, era pure bene richiamare i contadini all'osservanza dei loro obblighi. Poiché anche i contadini, si osservò, si rendono colpevoli di assenteismo allorquando cedono [I] al desiderio di emigrare o nella vicina città o in lontane contrade. 16 Piu... conservatori di cos1 non si poteva essere; non diversamente parlavano i liberali fittabili cremonesi, quando chiedevano la legge contro l'emigrazione, che avrebbe ricostituita la servitu della gleba. Il dott. Mauri 11 14 [A. GUIDI, Il secondo congresso cattolico italiano per gli studi sociali in Padova: notizie ed impressioni, in] "Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie," ottobre 1896 [vol. XII, pp. 222-43]. 1s Dei proprietari. [N.d.C:.] 16 A. GUIDI, Il secondo congresso cattolico ... , cit., pp. 229-30. [N.d.C.] 17 Angelo Mauri (1873-1936), relatore in quel congresso sul tema: "La crisi rurale"; piu tardi deputato e nel 1921 ministro dell'Agricoltura. [N.d.C.] 27 · Biblioteca Gino Bianco

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