Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il programma politico dei cattolici cominciano a esser preoccupati anch'essi del modo di risolvere il problema. Ed è interessante a questo proposito ciò che ha scritto pochi mesi addie– tro un prete,3 che si cela sotto il pseudonimo "dott. P. Averri," in un la– voretto intitolato appunto I cattolici e la questione politica in Italia (To– rino-Roma, G. Marietti, 1897). I cattolici, nota lo scrittore, non hanno un programma politico ben definito e sul quale tutti siano perfettamente d'accordo. Per evitare dissensi e discordie, si è voluto dare al partito cat– tolico un ordinamento rigorosamente unitario (queste parole voglion dire, che non si è parlato mai della questione, e si è stati ad aspettare la parola di Roma non sapendo come regolarsi); ma questo, dice l'Averri, non basterà sempre, e bisognerà ben decidersi a discutere per intendersi. Quando comin– ceranno a discutere, riusciranno poi a mettersi d'accordo fra loro? L'Averri, da buon cattolico, lo crede; noi, che cattolici non siamo, ci crediamo poco. Questa incertezza dei cattolici può essere per noi una fortuna, se sa– premo profittarne. Se noi riusciremo a spingere al piu presto i cattolici al potere, e li obbligheremo, mentre sono ancora impreparati, a risolvere il problema politico, e appoggiandoci al sentimento nazionale mostreremo la volontà risoluta di voler salva l'unità, magari ricorrendo alla violenza, noi potremo forse salvare l'unità, che come fine a se stessa non val nulla, ma, come condizione importantissima per lo sviluppo economico d'Italia e quindi per la vita del nostro partito, ha senza dubbio gran valore. Se noi sapremo agire a tempo e risolutamente, i cattolici, scoraggiati dalle enor– mi difficoltà che susciterebbe la retrocessione di Roma al papa, impensieri– ti dalla nostra agitazione, troveranno forse che, in fondo, il papa, se non poteva venire a patti collo stato liberale, come diceva il cardinale della Correspondance de Genève: potrà ben mostrarsi nobile e generoso verso uno stato italiano clericale, pronto a lasciargli tutte le garanzie che vorrà, per il rispetto della sua libertà anche senza il dominio temporale. Quale ar– gomento piu adatto di questo a far versare fiumi di retorica e di lagrime? Dopo circa mezzo secolo di guerra contro la santa Chiesa, la nazione ita– liana, ammaestrata dalle sventure che il buon Dio le mandava sulla testa come gragnuola, ritornò all'obbedienza e all'amore dovuto alle somme chia– vi; e allora il papa, quel territorio, il cui possesso non aveva mai voluto riconoscere a chi lo aveva strappato con la violenza, allora lo donò a chi voleva restituirglielo per amore. Oh! cuore magnanimo, esempio di genero– sità imperituro! (Applausi.) Lasciamo ora il problema politico; supponiamo che i cattolici siano riusciti a risolverlo, e che in Italia s'impianti una repubblica federale clerica– le, amica naturalmente della cattolica Francia (a quell'ora la concentrazione verso destra in Francia sarà compiuta), ben veduta da quell'Austria, che non ha ancor resa la famosa visita,5 e nemica della protestante Germania. Allora i cattolici governanti si troveranno alle prese col problema sociale. 3 Romolo Murri. [N.d.C.] 4 Cfr. indietro, p. 9. [N.d.C.] s La visita che Umberto I fece a Vienna nell'ottobre 1881, e che Francesco Giuseppe non poté restituire per il veto del Vaticano alle visite dei sovrani cattolici al Quirinale. [N.d.C.] 21 BibliotecaGino Bianco

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