Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'avvenire del partito cattolico un numero maggiore di proseliti, finché resterà partito di oppos1z10nee di critica; appena passerà dall'opposizione al governo e dalla critica all' azio– ne, si sgretolerà immediatamente, e il giorno della vittoria segnerà per esso il principio della rovina. La critica, che i cattolici fanno al regime vigente, ha sulla critica socialista il pregio di esser semplicissima e accettabile da tutti senza il bi– sogno di alcuno sforzo intellettuale. Perché le cose vanno male? Perché il governo è cattivo. Chi di noi, quando eravamo bambini, non ha fatto questo chiarissimo ragionamento? E perché il governo è cattivo? Perché gli uomini, che ne fanno parte, sono cattivi. E chi sono questi uomini che ci governano? I liberali. Dunque le cose vanno male, perché ci governano i liberali. Prendete un piccolo proprietario semianalfabeta, fanatico del suo pezzo di terra, assillato ogni due mesi dall'agente delle tasse, avvezzo ad aspettarsi tutto dall'alto, e fategli questo ragionamento, e diventerà tutto vo– stro. Cercate invece di fargli capire che, se il governo è cattivo, è cattivo per– ché in mano della classe capitalistica, e che il capitalismo è una conse– guenza della proprietà privata, e che la sola via per migliorare le condizioni di tutti è la sostituzione della proprietà collettiva alla privata, e quel di– sgraziato crederà di aver da parlare con un matto o con un assassino. In– capace per la sua costituzione psicologica a guardar fuori della siepe del suo podere, incapace a fare uno sforzo intellettuale qualunque per rompere la cerchia dei fatti immediati da cui è avvolto, esso non intenderà mai che vi possa essere altra causa del suo male al di fuori dell'agente delle tasse o del governo; e questa causa è la causa prima e unica, dietro alla quale non ve ne sono altre; avvezzo poi al lavoro dissociato, egli non potrà mai capire, come l'operaio di una fabbrica o anche il salariato di una gran– de fattoria agricola, la proprietà collettiva. Egli capirà solo che volete to– gliergli il suo pezzo di terra e farlo diventare eguale ai poveri del suo vil– laggio. Non i soli contadini sono in Italia incapaci a pensare altrimenti che nel modo cattolico. Data la enorme ignoranza e il colossale abbrutimento dei nove decimi della popolazione, data in buona parte dell'Italia la man– canza di qualunque esempio di lavoro vastamente associato sotto la ti– rannia del capitale mobiliare, pochi sono ancora in grado di seguirci per la nostra via. Anche se voi uscite dalle infime classi della popolazione ed entrate nella piccola borghesia istruita, voi trovate che anche questa non può fare tutto quel lavoro di associazione, di astrazione, di analisi, di cri– tica, che è indispensabile alla critica socialista, quando intorno a noi non vi sono esempi di concentrazione capitalistica e di grandi associazioni di lavoro. Prendete un giovane di liceo, anche uno fra i migliori: non sa che differenza vi sia fra schiavitu, servitu e salariato; ha imparato una serie di date, di nomi e di battaglie, e per lui le crociate furon fatte perché Pier l'Eremita si mise a predicarle, e la rivoluzione protestante fu opera di Lu– tero, e l'Italia una fu fatta da Garibaldi, da Mazzini e da Vittorio Emanue– le. Vi traduce Senofonte, che parla di marce e contromarce, e non pensa 18 BibliotecaGino Bianco

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