Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

L'avvenire del partito cattolico Pio IX, sarebbe stato imposto dalla stessa impossibilità di un'azione cat– tolica. Frattanto i furori liberaleschi sfumavano precipitosamente; l'avvenire, che prima appariva roseo, si riempi di tempeste; il malessere prodotto da una politica, nella quale non si sa se prevalga la delinquenza o il creti– nismo, s'irripadron1 a poço a poco di tutti gli strati della nazione, e in questi si diffuse largamente una corrente di opposizione contro il regime vigente. In che senso doveva incanalarsi questa nuova corrente? Da una parte .c'era il socialismo colla sua critica al liberalismo e a tut– ta la costituzione economica, che al liberalismo serve di sostrato. Dall'al– tra il clero, che continuava a predicare contro la corruzione del secolo, sui danni della miscredenza, sugli inganni e sulle fallacie del liberalismo; che le sue parole non eran piu, come prima, colpi nel vuoto, ma trovavano cor– rispondenza e conferma nelle rovine, che da ogni parte ci attorniavano; i preti stessi cominciarono a capirle meglio le loro declamazioni e a metterle in relazione coi fatti concreti; e la loro parola, che prima era vox clamantis in deserto, a poco a poco risuonò nell'aria come tromba che invita alla bat– taglia. I nemici del liberalismo han preso la strada cattolica o la socialista, secondo la classe sociale a cui appartengono, la loro educazione, la loro co– stituzione psicologica. Il proletariato industriale e intellettuale si è gettato al socialismo; i proletari agricoli han segufra la prima voce di opposizìone, che è arrivata ai loro orecchi, socialista in un luogo, cattolica in un altro. La massa dei piccoli proprietari contadini, dissociata per la campagna, lon– tana da qualunque contatto che non sia quello del prete, avversa del re– sto per istinto a noi, è entrata nell'opposizione clericale; e con essi si uni– scono i piccoli borghesi cittadini, incapaci a intendere la soluzione so– cialista; la borghesia industriale uso Prinetti, 1 che sente vacillare il terreno sotto i liberali; buona parte dei lavoratori improduttivi (burocrazia, profes– sioni liberali), che si preparano a lasciare i padroni morituri per i padroni nascituri; e tutti quei giovani attivi e onesti che, malcontenti delle por– cherie liberali e aspiranti a qualcosa di meglio ma rifuggenti dal socialismo rivoluzionario, credono di trovare il bene nel partito che combatte liberali e socialisti insieme. Aggiungete a tutte queste persone l'antica aristocrazia clericale, uscita all'ultima ora dai suoi palazzi; e avrete il partito catto– lico. Un grande esercito, in cui accanto al nobile marchese milita il vile contadino e accanto al droghiere pacifico il giovanotto attivo e battaglie– ro; e, da cemento fra tutti questi elementi diversissimi per abitudini, per idee, per interessi, per educazione, funziona il clero con tutte le ricchezze e tutta la secolare organizzazione della Chiesa cattolica. Di fronte a un partito di questo genere, pretendere di cavarsela con quattro insulti piu o meno triviali, come fanno gli anticlericali, o coll'e– terno aforisma: "i preti sono alleati della borghesia," può esser molto co- 1 Allusione a Giulio Prinetti (1851-1908), ingegnere, industriale e uomo politico liberale (deputato dal 1882, ministro dei Lavori pubblici nel 1897 e ministro degli Esteri nel 1901). [N.d.C.] 16 BibliotecaGino Bianco

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