Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo terzo ., Composizionee forza del partitocattolico Dopo il 1860, per piu di vent'anni, si può dire che in Italia non sia esistito un partito cattolico. Il liberalismo italiano non aveva ancora porta– to in grande quantità i suoi frutti di ladrerie e di disastri; e le illusioni del periodo del Risorgimento non avevano ancora avuto il tempo di sfiorire. Tutte le classi, che prima del '60 erano state le colonne della reazione e i servitori umilissimi degli antichi governi - nobiltà, grande possesso, alta burocrazia civile e militare -, venuto in auge lo stellone, non esitarono, al solito, a cambiar casacca e diventarono tutti patrioti sinceri e bigotti ar– rabbiati del bene inseparabile. I Torrigiani, i Guicciardini, i Niccolini in Toscana; i Borghese, gli Sciarra, i Ruspoli a Roma, sono i piu noti esem– plari di tutta quella canaglia dorata, che seppe cosi bene ·gridare: "È morto il re, viva il rei" Chi legge LA fine di un regno di Memor (Raffaele De Ce– sare), libro pieno di fatterelli, di aneddotini personali e di un gran numero di nomi appartenenti alle alte classi borboniche, resta impressionato dal fat– to, che quasi tutti quei nomi e cognomi si ritrovano oggi nell'alta magi– stratura, nel Parlamento, nell'esercito, nelle case civili e militari dei nostri amati sovrani, insomma nei punti piu alti della presente tetrarchia. Il solo clero e poche famiglie dell'aristocrazia si mantennero fedeli ai vecchi prfncipi; ma queste eran poche; e quello, combattuto e disprez– zato da tutti, abbandonato da molti fra i suoi migliori elementi, intellet– tualmente parlando, che buttaron via la tonaca ed entrarono nella burocra– zia massonica; incapace a comprendere i tempi nuovi; fini di esercitare qualunque influenza sulla vita politica e sociale della nazione. Che importan– za, che significato potevano avere le lamentele dei predicatori cattolici sulla corruzione del secolo, sui danni della miscredenza, sugli inganni e sulle fellonie del liberalismo, quando per le strade trionfava il carnevale liberalesco e tutti erano convinti che mai non s'era stati cos1 bene come al– lora e che meglio ancora si sarebbe stati in avvenire? Il meglio, che po– tevano fare i pochi cattolici rimasti fedeli alle loro teorie, era di rinchiudersi in una cerchia di ferro e isolarsi dal resto della nazione vivente. L'astensio– nismo cattolico, quand'anche non fosse stato proclamato dalla parola di 15 Biblioteca Gino Bianco

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