Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Abolire il concordato guirci per la nostra strada. In questo momento non ci segue: spetta a noi convincerlo che ci deve seguire. L'attuale maggioranza governativa non è maggioranza nel paese: le difficoltà che trova la Democrazia cristiana per mantenersi al governo sono la prova che il paese non è clericale, e che ogni tentativo della Democra- . zia cristiana di trasformare l'attuale regime democratico in un permanen– te regime clericale totalitario, troverà resistenza accanita. lo auguro che la parola d'ordine di questa resistenza, "abolizione immediata del concordato," venga fuori dal vostro convegno. So quel che si oppone a. questo mio modo di pensare: noi siamo schiac– ciati fra un totalitarismo di sinistra e un totalitarismo di destra; minaccia– mo di essere schiacciati non piu dal totalitarismo di sinistra come nel 1948, ma dal totalitarismo di destra, che non riusd a prevalere nel 1953 e prevar– rà probabilmente alle prossime elezioni generali. Ma essere schiacciati è una parola che può significare niente e può significare tutto. La Democrazia cristiana· si dichiara "democrazia" e non partito totalitario, e finché essa rispetta i diritti di libertà di noi minoran– za, rimane democrazia e non diventa regime totalitario. Noi, minoranza, dob– biamo pagare volentieri le nostre tasse fino a che i nostri diritti di liber– tà sono rispettati, e dobbiamo cooperare colla maggioranza criticandone quelli che a noi sembrano gli errori: errore caratteristico l'abuso che si sta fa– cendo del concordato. Il quale appunto per questo abuso deve essere oggi o domani o fra cinquant'anni abolito senza negoziati e senza compromessi, come furono aboliti durante il Risorgimento tutti i concordati di tutti i vecchi stati italiani. Fino a quando saranno rispettati i nostri diritti a mettere in luce gli abusi del concordato e gli altri nostri diritti politici, noi dovremo accet-. tare la situazione di minoranza. Il giorno che la Democrazia cristiana pretendesse di trasformarsi da partito al governo in regime permanente, clericale, sopprimendo i nostri di– ritti di libertà, in quel giorno essa avrà dichiarato contro di noi la guerra civile e noi ci regoleremo in conseguenza. Il Vaticano è perfettamente attrezzato a trasformare la Democrazia cristiana in regime permanente grazie agli imbrogli dei quali essa è maestra, ma né il Vaticano né la Democrazia cristiana sono attrezzati per una guer– ra civile che essi inizierebbero e a cui noi risponderemmo immediatamente. La Resistenza non è vecchia che di una decina di anni. Nella stessa De– mocrazia cristiana una iniziativa totalitaria come quella che provocherebbe in Italia la guerra civile troverebbe vaste correnti di opposizione; solo quan– do noi rimaniamo inerti e ci lasciamo sopraffare, solo allora la Democrazia cristiana si mostra compatta e passa all'attacco. Il pericolo da cui siamo minacciati non è la trasformazione immediata e visibile dell'attuale regime democratico in regime totalitario clericale. Il pericolo è la trasformazione graduale, per via di quegli imbrogli di cui la Democrazia cristiana è maestra, da regime democratico in regime totalita- 497 Biblioteca Gino Bianco

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