Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Parole in libertà Italia, molti, pur sentendosi e professandosi cattolici, sono "laicisti" (usan– do la terminologia dell'Osservatore) né piu né meno che noi "laici" (usan– do la nostra) e vedono i clericali come il fumo agli occhi né piu né meno di noi. E con questi cattolici noi possiamo sempre scambiare le idee come ,. : ..buoni vicini di casa e non come nemici, e ci troviamo d'accordo su alme– no il 75 per cento delle posizioni politiche; e dove non ci troviamo d'ac– cordo, né essi pensano di tappare la bocca a noi, né noi pensiamo di tappare la bocca a loro. Loro e noi siamo "liber~li," non secondo il signi– ficato politico deteriore della parola, ma secondo la sua significazione idea– le. E lasciamo andare anche· la pretesa di gabellare l'intero popolo italia– no come compattamente cattolico, contro tutte le smentite che dà a que– sta pretesa la esperienza di ogni giorno. Basta, ci rendiamo conto del fatto che l'Osservatore usa le parole in libertà. Adopera la parola "laico" per designare chi obbedisce alla dottrina "clericale" (pardon, "cattolica"), senza sen#re il bisogno di alcuna clerocra– zia che gli dia ordini; e mette la parola "laicista" dove noi usiamo la parola "laico" per designare un regime, nel quale i governanti non sentono l'obbligo di uniformarsi senza beneficio d'inventario alle dottrine politiche predicate da quel clero che fa capo al Vaticano. Quando ci siamo intesi sul significato della parola "laico," quale è usata in questo momento dal– l'Osservatore, non c'è nessuna difficoltà a chiamare regime "laico" quello che nel Mondo io chiamai "clerocrazia." In cambio l'Osservatore dovrebbe con– sentirmi che fra i "laici," i quali adottano le dottrine che io chiamo "cle– ricali," e quel clero il quale predica quelle dottrine, la sola differenza sta appunto nel fatto che i "laici" portano le sottane intorno al pensiero ma non intorno alle gambe, mentre il clero le porta intorno al pensiero e in– torno alle gambe: cioè ritorniamo al punto di partenza. Sul Mondo io domandai: Il governo tenuto dai "laici," senza sottane intorno alle gambe, deve o no obbe– dire a una "clerocrazia," con le sottane intorno alle gambe, ogni volta che la clero– crazi.a abbia qualcosa da ordinare? Si o no? Per l'Osservatore la domanda non ha ragion d'essere. La clerocrazia non ha mai di che domandare a cittadini, a legislatori, a governanti cattolici. !Sbaglieranno? La Chiesa lo dirà ove la religione e la morale lo esigano. Non comanderà comunque nel campo politico. Saranno, se mai, i cittadini cattolici, che han dato agli eletti la loro fiducia, saranno le organizzazioni, i partiti in cui militano legislatori e governanti, che li richiameranno, che daranno magari degli ordini, se questa coerenza non si attuasse altrimenti. Ma la Chiesa, le sottane, no. Anche qui abbiamo un caso di parole in libertà. Il Sant'Uffizio, quan– do condannava un eretico, non dava a nessuna autorità civile nessun ·ordi– ne che l'eretico fosse arrostito (ohibò!). Lo consegnava all'autorità civile, e questa, preso atto della condanna "spirituale" pronunciata dall'autorità re– ligiosa, lo faceva arrostire non spiritualmente, ma materialmente. Perfetta di- 493 Biblioteca Gino Bianco

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