Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I diritti di Dio e della Chiesa dal padreterno, e perciò rion si attribuisce il diritto di fare il professore infallibile di verità ai suoi simili, mobilitando ai propri servizi i carabinieri; e dice perciò: "Ognuno per sé e Dio per tutti." . E chi ha mai detto al cardinale che noi esigiamo di tener soli il campo? Possibile che anche lo spirito di un cardinale debba essere travolto dal fana– tismo fino ad attribuire a chi non è d'accordo con lui dottrine inesistenti per poterle facilmente liquidare? Noi non solo ci sentiamo perfettamente sicuri delle nostre verità, ma non abbiamo mai neanche preteso di tener soli il campo. Mentre affermavamo che possedevamo la verità, sempre affer– mavamo il diritto che ha ognuno di tenere il campo per difendere quel che crede essere la verità. Certi fanatismi il cardinale li cerchi a casa sua. Dopo aver rivendicato a sé non il semplice diritto di tenere il campo in concorrenza con gli altri, ma il monopolio di tenere il campo, ad esclu– sione di ogni altro, il cardinale si occupa dei protestanti. Non si può mettere sulla base di una presunta parità - egli dice -, la Chiesa cattolica e le 146 confessioni protestanti che nella riunione di Amsterdam, nel 1949, non trovarono neppure un punto di accordo sostanziale. Signor cardinale, non faccia equivoco fra la parità "giuridica" e la parità "ideologica." Nessuno ha mai preteso che ella metta sullo stesso piano ideologico tanto la sua Chiesa cattolica quanto le 146 confessioni protestan– ti, ecc., ecc. Qoel che vi domandiamo, e che faremo tutto il possibile per imporvi, è che riconosciate il diritto alla parità "giuridica" fra tutte le confessioni, non solo la cattolica e le 146 protestanti, ma anche la mu– sulmana, la buddista, la confuciana, la ebrea, la atea, ecc., ecc., ecc. Se le 146 confessioni protestanti non riescono a mettersi d'accordo fra di loro, questo è affar loro: ella ci faccia pur su le piu grasse risate; questo è un suo diritto ideologico; ma ella non è autorizzato a chiudere la bocca a nessuna confessione in una Italia che sia governata a democrazia. ~:l: .. Il riconoscimento dei diritti di Dio e della Chiesa ·- dice il cardinale -, non è affatto inconciliabile con la civiltà moderna: per fare il suo dovere un governante cattolico di uno Stato cattolico non ha bisogno di essere un assolutista, né di tornare al complesso della civiltà del Medio Evo. Se la civiltà moderna contiene il rispetto delle libertà religiose, siamo d'accordo, signor cardinale. Ma se un governante cattolico non ha bisogno di essere assolutista, nella civiltà moderna, vuol ella con questo dire che egli può non essere assolutista solo a patto che produca leggi e regolamenti i ,quali sopprimano la libertà religiosa? Ella ci promette, bontà sua, di non ricondurci al "complesso della civiltà medievale." Vuole ella spiegarci quali parti di quel complesso è disposto a mollare e quali intende conservare? Non arrostirà piu gli eretici, gli apostati, i relapsi, ma li metterà al fresco nei sotterranei di Castel Sant'Angelo? Non le pare, signor cardinale, che farebbe bene a parlar chiaro? 483 Biblioteca Gino Bianco

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