Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I diritti di Dio e della Chiesa divenuto confessionale, potrebbero metterci al fresco; ma neanch'essi eser– citerebbero mai la minima giurisdizione sul nostro modo di pensare. Il cardinale si .degna di rispondere a chi domanda come mai i cattolici (noi diremmo i clericali) nei paesi cattolici (o da essi definiti come cattolici) esigono dai governi "la protezione esclusiva della religione cattolica," men– tre nei paesi dove sono minoranza reclamano il diritto alla tolleranza o almeno la parità dei culti (il cardinale non dovrebbe parlare di "tolleranza'': dovrebbe parlare di "libertà"; si "tollera" chi è ritenuto inferiore; si rispetta chi è considerato eguale in diritto). Secondo il cardinale la risposta è "chiarissima." Anzi le risposte chiaris– sime sono due. a) Gli uomini che si sentono nel sicuro possesso della verità e della giustizia non vengono a transazione. Esigono il pieno rispetto dei loro oiritti. Sul terreno ideologi·co il cardinale ha ragione: nessuno che sia convinto di possedere la verità e la giustizia deve venire a transazione; deve riven– dicare il rispetto al proprio diritto di affermare quella verità e quella giusti– zia. Ma non ha il diritto di mettere il bavaglio agli altri, in un paese in cui non sia una clerocrazia. Quando noi affermiamo che gli stessi diritti di libertà debbono essere rispettati per tutti, affermiamo, senza compromessi, un principio di verità e di giustizia su cui non intendiamo transigere. Eb– bene, che cosa farà con noi il cardinale? Chiamerà il carabiniere perché ci porti in prigione? In sede ideologica né noi abbiamo alcun obbligo di tran– sigere col cardinale, né il cardinale di transigere con noi. Ma in sede politica né il cardinale né noi abbiamo alcun diritto di decidere questioni di reli– gione, filosofia, poesia, musica, amore, moda, sport, cucina e via dicendo. Perciò tanto il cardinale quanto noi dobbiamo rimanere liberi di pensarla come sappiamo e possiamo, su quei soggetti. Finché il cardinale si limita ad affermare in sede ideologica che noi abbiamo torto, noi non abbiamo nulla da opporre. Guai, però, se pretende affermare anche i'n sede politica che abbiamo torto, cioè se chiama un carabiniere perché ci metta in pri– gione. Allora si aspetti di essere combattuto da noi in sede politica senza esclusione di mezzi: nessuna transazione, signor cardinale. Ciò posto, non le pare che sarebbe bene venire, fra lei e noi, a un compromesso: cioè impegnarci i'n sede polùica a vivere e lasciar vivere, rimanendo ognuno per conto proprio, in sede ideologica, convinti di possedere sicuramente la ve– rità e la giustizia? b) Coloro che non si sentono sicuri del possesso della verità, come possono esigere di tenere soli il campo? Chi ha mai detto che noi non ci sentiamo sicuri della verità? Se fosse un po' piu cristiano e un po' meno cardinale, il cardinale Ottaviani com– prenderebbe che il nostro non è scetticismo indifferente alla verità: è la umiltà di chi non pretende di essere il padreterno in persona o ispirato 482 Biblioteca Gino Bianco

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