Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Ancora sui protestanti in Italia lizia avrebbe chiuso gli occhi. Quindi niente targhe. Ecco spiegato perché la targa romana fece quella fine che abbiamo visto. Chiesa di Cristo, va bene, ma non aperta al pubbE~o: senza targa. La città di Roma appartiene sempre agli antichi Stati della Chiesa. Anche il divieto fatto a Livorno ai non americani di andare a vedere quel che succede nella Chiesa di Cristo, risale in Toscana a quello che ci eravamo avvezzi a chiamare il tempo antico. Gli americani sf, gli italiani no. Va da sé che non è possibile mettere un agente della polizia innanzi a tutte le Chiese di Cristo a domandare i passaporti a chi entra e a chi esce. Tira a campa', pienza alla salute, a te che te ne importa? Tu che cosa ci guadagni? Tieni moglie e figli, non te ne incarica', non hai altri guai piu grossi? Lascia correre, tira via, chiudi un occhio: o Italia dalle molte vite! Ma il principio rimane immutato, un culto non cattolico non è per– messo in pubblico, e al suddito italiano non è lecito intervenire ad un ser– vizio religioso non cattolico, anche se è tenuto in privato. E la città di Livorno, come la città di Roma, deve essere considerata annessa agli Stati della Chiesa, salvo chiusure di un occhio, come sopra. Altro fatto da notare è l'intervento in questa faccenda dell'ambasciato– re americano. Nel trattato di pace succeduto alla seconda guerra mondiale il governo italiano si impegnò a rispettare la libertà dei culti, come un qua– lunque governo di selvaggi dell'Africa centrale. E ci sono cittadini italia– ni, come quello che officia nella Chiesa di Cristo in Roma, che mette il proprio diritto all'ombra di quel trattato, invece di rivolgersi ai propri con– cittadini per esigere dal proprio governo giustizia. E il ministero degli Esteri democristiano ha eseguito il trattato: cioè ha lasciato che i servizi re– ligiosi avessero luogo, ma ha fatto scalpellare la targa. E l'ambasciatore deve essersi dichiarato soddisfatto. Ha la bocca dolce. Cos1 la vertenza diploma– tica si è chiusa. Ma la vertenza dovrebbe rimanere aperta nella politica in– terna italiana. Dopo tutto, nel trattato di pace non si parla di targhe. Questa fac~ cenda interessa, sf o no, i partiti "laici," vuoi liberali, vuoi repubblicani, vuoi socialdemocratici? Di tutto essi si occupano, nei negoziati, in cui si distribuiscono le automobili e sottoautomobili ministeriali. Promettono e fanno promettere la fine della miseria, della disoccupazione, dei monopoli, delle evasioni fiscali, ecc. ecc. ecc. - tutte promesse difficili a mantenere per ragioni obiettive che nessuno ignora (lunga promessa con attender cor– to). Ma la fine del monopolio che i clericali cercano di assicurare al culto cattolico, e che potrebbe essere ottenuta senza spendere un soldo, senza nessuna difficoltà obiettiva, solo che i "laici" fossero laici sul serio e i de– mocristiani volessero agire da gente onesta e non da imbroglioni, quella fine si guardano sempre bene dal domandarla. I laici sono eroici: non in– tendono spendersi nelle imprese facili, quando per quelle imprese facili pos– sono prevedere che non otterranno il permesso del prof. Gedda: e allora dove se ne andrebbero le poltrone e sottopoltrone ministeriali? 468 Biblioteca Gino Bianco

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