Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

I protestanti in Italia Ma, a parte ogni discussione laterale, io non riesco a capire che cosa si salverebbe della libertà, se si cominciasse col sacrificare proprio quella cosa piu cara, che dovrebbe essere il contenuto della libertà: dico il diritto non solo nostro, ma anche degli altri: ché se si nega ai "tremolanti" il di– ritto di tremolare, dove va a finire il mio diritto di non tremolare? Vedo bene che esistono liberali, repubblicani e socialdemocratici, i . quali non vivono piu ormai che sulla paura dei comunisti. E la paura fa novanta. Per conto mio, non c'è nessuno che mi superi nella paura non solo del comunismo, ma anche del fascismo, della monarchia, del prof. Gedda, di padre Lombardi e di molti altri cancheri dello stesso genere. La notte mi sveglio e tremo di paura. Ma tra le mie infinite paure ce n'è una che è quella che mi fa piu paura .di tutte. È la paura che se quelli che sono li– berali, repubblicani e socialdemocratici sul serio saranno obbligati dal fana– tismo clericale a diventare anticlericali, il Vaticano si troverà di fronte ad un anticlericalesimo esasperato, che non escluderà dai suoi metodi di lotta neanche i piu feroci. . Scelba e De Gasperi dovrebbero sentire anch'essi un po' di questa mia paura e comunicarla al prof. Gedda e a padre Lombardi. È proprio destino si debba dire che i clericali italiani (da non con– fondere con i cattolici) non hanno dimenticato niente e non hanno impa– rato niente, come gli emigrati tornati in Francia nel 1814 ? 2 2 Questo articolo di Salvemini provocò, nei successivi numeri de "Il mondo," vari in– terventi, fra cui quelli di Leopoldo Piccardi {13 settembre 1952), di Giorgio Spini (20 set– tembre, al quale Salvemini rispose con la "lettera al direttore" riprodotta nella pagina se• guente), di Luigi Salvatorelli (27 settembre), di Arturo Carlo }emolo (4 ottobre) e di Raffaele Pettazzoni (11 ottobre). [N.d.C.] 461 Biblioteca Gino Bianco

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