Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Guerradi preposizioni1 Durante la seconda guerra mondiale il presidente degli Stati' Uniti, Roosevelt, proclamò che quattro libertà erano necessarie per assicurare condi– zioni di vita civile a tutto il genere umano: 1) libertà di parola; 2) libertà di religione; 3) libertà dalle paure; 4) libertà dal bisogno. Non staremo a discettare se quelle quattro libertà coprissero davvero tutte le esigenze della vita civile. Fra l'altro, Roosevelt, dopo averle pro– clamate, se ne dimenticò, e nessuno piu ci fece caso. Basterà notare che due di quelle libertà dipendevano dalla preposizione "di" e due dalla prepo– sizione "da." Ma tra queste preposizioni non c'era guerra. La guerra comincia quando si legge sull'Osservatore romano un articolo intitolato: "Per la libertà dall'errore. 112 Badiamo bene: non libertà dell'errore, ma libertà dall'errore. La libertà dell'errore, per chi non è totalitario, è un diritto fondamentale dell'uomo e del cittadino. Libertà, badiamo bene, giuridica, non libertà in– tellettuale. Intellettualmente nessuno ha il diritto di proclamare la libertà dell'errore: sarebbe come se dicesse che intende liberarsi dalla ragione, che non gli importa quel che è e quel che non è verità; che si sente libero di cambiare opinione ogni volta vi trovi un profitto, distinguendo non fra verità ed errore, ma fra il proprio utile e il proprio da.nno. Ma chi si riconosce intellettualmente tenuto a rifiutare la libertà dell'errore, non passa con questo ad affermare il proprio diritto giuridico a violare negli altri la libertà dell'er– rore. Solo chi pretende di tenere chiusa la ispirazione divina in un taschino del panciotto, può pretendere di essere sicuramente libero dall'errore, e quindi può pretendere di obbligare i propri simili a liberarsi dal!' errore secondo la ricetta a lui rivelata da un Dio che non erra mai. La certezza dell'infallibi– lità produce la intolleranza giuridica. La modestia produce il rispetto delle opinioni altrui, cioè dell'errore altrui, cioè non la libertà dall'errore, ma la libertà dell'errore. 1 Pubblicato in "Il mondo," Roma, 22 marzo 1952, e ristampato in Clericali e laici, cit., pp. 41-44. [N.d.C.] 2 "L'osservatore romano," 28 febbraio 1952 (l'articolo non è firmato). [N.d.C.] 442 BibliotecaGino Bianco

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