Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La religione del popolo italiano polazione italiana accettava senza discutere la dottrina cattolica, lasciando– sene influenzare sf e no nella vita privata (non c'era ancora vita pubblica). Oggi possiamo ritenere che non piu che il 25 per cento della popolazione ita– liana si sottomette per convinzione religiosa al consiglio del clero e nella vita privata e nella vita pubblica. Il clero ha perduto in un secolo i due terzi dei seguaci - piu o meno praticanti - su cui poteva contare or è un secolo. Il clero, che allora do- .. minava senza concorrenti nelle campagne, ha perduto quasi ovunque il mo– nopolio di allora: il medico condotto, il maestro elementare, il segretario della lega, il giornale, il cinematografo, la radio gli hanno portato via due terzi della sua antica clientela. Non vi era bisogno di insegnare a quella clientela che Gesu Cristo si era suicidato. Anzi, chi voleva darle questa no– tizia, se la passò qualche volta piuttosto male. Il can che dorme lascialo dormire. Invece di affannarsi su questioni che lasciano il tempo che trovano, occorrerebbe tenere gli occhi aperti sull'uso che la Democrazia cristiana fa– rà dei fondi assegnati all'Italia dal Piano Marshall. Ma forse studiare il Mar– shall Plan costerebbe maggior fatica che, suicidare Gesu Cristo. Le religioni degli italian.l Non dispiacerà, spero, a Giorgio Spini se aggiungo alcune notizie a chiarimento e conferma delle giuste osservazioni da lui fatte sul Ponte del dicembre 1951, p. 1656, sotto il titolo "A proposito di censimenti." Nei censimenti anteriori al 1911 nessuno domandò mai agli italiani di quale religione si sentissero seguaci. Chi presiedeva ai censimenti dal 1871 in poi, calcolava a occhio e croce quanti ebrei e protestanti vivessero sotto il sole italiano, sottraeva la somma di quelle due cifre dalla totalità degli ita– liani, e decretava che tutto il resto erano cattolici. Ignorava il fatto che in Italia chi_-sa mai quanti italiani erano indubbiamente indifferenti, massoni, agnostici o addirittura atei militanti. Per esempio, tutti i romagnoli erano, senza dubbio, cattolici piu o meno ferventi. Con questo le autorità politiche, le quali 'presiedevano · ai censimenti, anche quando si immaginavano di mangiare un prete ad ogni pasto, si uni– formavano (irresponsabili o consapevoli?) alla dottrina cattolica, secondo la quale l'Italia era paese cattolico, e quindi nessuno - salvo chi appar– tenesse a confessioni religiose "tollerate" dalla tradizione legale - aveva il diritto di non dirsi cattolico. Chi era stato battezzato nella Chiesa cat– tolica, rimaneva cattolico anche se diventava ateo. E chi non era stato nean– che battezzato - e c'erano in Italia famiglie non protestanti e non ebree che non battezzavano i neonati - chi non era neanche battezzato, dico, non aveva diritto di esistere, almeno nei censimenti. l Da "Il ponte," Firenze, marzo 1952, pp. 370-7-1,a firma G. S. [N.d.C.] 437 Biblioteca Gino Bianco

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