Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

La religione del popolo italiano quegli argomenti? Con tanti guai, che assediano il popolo italiano, che vantaggio ci può essere a suicidare il povero Gesu Cristo ancora una volta? Sissignori, gli uomini_ e le donne, nei paesi cattolici e nei paesi pro– testanti, continuano a credere nella esistenza di Dio, nella divinità di Gesu Cristo, nei vangeli, nei preti cattolici, e anche nei preti protestanti e giu– dei e buddisti e confuciani e comunisti, ecc., ecc. Moltissimi italiani credono fermamente alla Madonna. Difatti la pre– gano continuamente, e la bestemmiano altrettanto continuamente con una ricchezza di immaginazione e di vocabolario che ha del meraviglioso. Co– noscono, e per conseguenza pregano e bestemmiano, anche una infinità di santi e di sante. Credono anche nel purgatorio, e per ciò pregano per le povere anime che aspettano di essersi purgate prima di essere ammesse nel paradiso, ma non le bestemmiano mai, perché quelle sono nell'altro mondo su per giu quello che è il proletariato in questo mondo, e per esse sentono una profonda affinità elettiva, prevedendo che, se la va bene, nove volte su dieci avranno anch'essi bisogno di essere raccomandati nelle preghiere, e non bestemmiati. Di Gesu Cristo si curano poco. Tant'è vero che lo be– stemmiano piuttosto di rado. E quanto a Dio padre onnipotente cre.atore del cielo e della terra, lo trovano nel credo insieme a Ponzio Pilato; ma chi mai bada a lui o a Ponzio Pilato? Questo stato di cose è anteriore ai vangeli; e perciò i vangeli non ne sono responsabili. Eppoi, quanta gen– te ha mai letto i vangeli in Italia, anche se sa leggere? Vale allora la pena di combattere anche questi mulini a vento? Nel 1930, L'osservatore romano (10 settembre) fece sapere che in quel– l'anno erano state tenute nelle università italiane conferenze per preparare gli studenti alla comunione pasquale. Il 75 per cento di 40.000 studenti si tennero lontani dal "banchetto eucaristico": "fatto deplorevole da de– nunciare." Cinque anni dopo, in una lettera pastorale, il cardinale Lavitra– no, arcivescovo di Palermo, si dolse che il 66 per cento degli italiani non andava a messa nelle feste comandate e solamente il 12 per cento degli uomini facevano la comunione a Pasqua (New York Times, 7 febbraio 1940). Oggi, 1948, si può essere certi che il numero di quelli che vanno a messa e fanno la comunione pasquale è cresciuto, e di non poco. A Roma gli impiegati di certi ministeri debbono fare anche gli esercizi spirituali. Pio XII, col tempo e con la paglia, scoprirà quale profondità di sentimen– to religioso sia documentata da quegli esercizi spirituali ... Nelle elezioni a suffragio universale del novembre 1919, il partito popolare italiano, predecessore della odierna Democrazia cristiana, non rac– colse che il 20 per cento dei voti. Nelle elezioni del 18 aprile 1948 quel 20 per cento è salito al 48 per cento. Crede davvero il nostro amico che il numero dei credenti in Gesu Cristo sia salito in Italia, fra il 1919 e il 1948, dal 20 al 48 per cento? Si persuada che quel salto si deve spiegare solamente col fatto che meno gente ebbe paura nel 1919 di Serrati che non abbia avuto paura di Togliatti nel 1948. Si può calcolare che un secolo fa, almeno il 75 per cento della po- 436 BibliotecaGino Bianco

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